Educazione focolarina: i principi non negoziabili

 

I disegni di questo post sono di "Gerta"

La categoria della "non negoziabilità" è emersa per la prima volta nel Magistero della Chiesa nella "Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica" emanata il 24 novembre del 2002 dalla Congregazione per la dottrina della fede. La Nota era firmata dal cardinale Joseph Ratzinger, nella qualità di Prefetto della Congregazione e venne approvata da Papa Giovanni Paolo II. Nel paragrafo 3 della Nota si ribadisce che «non è compito della Chiesa formulare soluzioni concrete – e meno ancora soluzioni uniche – per questioni temporali che Dio ha lasciato al libero e responsabile giudizio di ciascuno». Se però, aggiunge la Nota, il cristiano è tenuto ad «ammettere la legittima molteplicità e diversità delle opzioni temporali», egli è ugualmente chiamato «a dissentire da una concezione del pluralismo in chiave di relativismo morale, nociva per la stessa vita democratica, la quale ha bisogno di fondamenti veri e solidi, vale a dire, di principi etici che per la loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale non sono negoziabili”. (…) Le esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, nelle quali è in gioco l’essenza dell’ordine morale, che riguarda il bene integrale della persona, sono quelle che emergono nelle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia, quelle che concernono la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso, protetta nella sua unità e stabilità e alla quale non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza; quelle che garantiscono la libertà di educazione ai genitori per i propri figli. È chiaro, in base ai testi che abbiamo citato, che l’ammonimento del Papa a difendere fino in fondo questi principi è rivolto in primo luogo ai cattolici che partecipano alla vita politica. Ma è lecito interrogarsi se i giuristi non debbano sentirsi anche loro destinatari di un invito così autorevole. (Francesco D'Agostino, Quali valori non sono negoziabili, Avvenire 2012)

Visto che anche il papa li ha tirati fuori di recente, ho deciso di dedicare il nuovo approfondimento dell'educazione focolarina ai cosiddetti "principi" o "valori non negoziabili". 
Chi conosce Joseph Ratzinger sa bene quanto si sia speso per combattere il relativismo morale; a dire la verità, mi sembra che ci sia una contraddizione in questo con il passaggio in cui afferma che “Dio ha lasciato al libero e responsabile giudizio di ciascuno la LEGITTIMA molteplicità e diversità delle opzioni temporali”. In ogni caso, il termine “principi non negoziabili” o “valori non negoziabili” è diventato proverbiale per indicare una lista di cose contro le quali i cattolici fanno politica: l’aborto, l’eutanasia, il matrimonio omosessuale ed altri fenomeni che girano loro attorno. Divertente anche il fatto che la Chiesa imponga ai laici di combattere questi delitti, ma al tempo stesso non fornisca alcuna proposta per risolvere i problemi, dato che non è compito suo. Che i laici si inventino qualcosa, possibilmente i miracoli. E i leader dei movimenti, si sa, per i miracoli si sono attrezzati.

Naturalmente “non negoziabili” non è un termine che appartiene a Chiara: figuratevi se lei si metterebbe mai a negoziare, dà per scontato di portare avanti le proprie posizioni fino al trionfo, e lo chiama “andare controcorrente”. In realtà, come pochi sanno, “Controcorrente” è il titolo di un romanzo francese (l’originale “À rebours”), nel quale il protagonista, disgustato dal comportamento delle masse, per andare “contro corrente” si rinchiude in casa e conduce una vita stravagante. E questo è il destino di tutti i gruppi settari, quando si prefissano di cambiare il mondo.

In questo post non parleremo del “Movimento politico per l’unità” e dei vari politici, Giordani in primis, che hanno aderito ai Focolari. A sorpresa, parleremo soprattutto di Gen 3 e di Gen 4: è proprio con loro che Chiara tira fuori più spesso il riferimento all’attualità e ai principi non negoziabili. Non cita molto l'aborto e l'eutanasia ai Gen 2, con i quali ha conversazioni molto più generiche sul tema della “rivoluzione”: probabilmente perché, come è accaduto, avrebbero gli strumenti per farle delle domande, e persino per contestarla. I Gen 3 sono, nella visione di Chiara, le persone più adatte a recepire il suo messaggio e, in un certo senso, si sente a suo agio mettendosi al loro livello. Come leggerete, sembra che con loro si lasci andare a confidenze sul suo modo di affrontare la vita, e addirittura riveli le sue tattiche manipolatorie. Sicuramente Chiara ritiene che i Gen 3 siano i politici del domani, da formare adesso, quando sono ancora facilmente impressionabili e plasmabili.

Ritorneremo alle solite fonti dai contenuti non adatti ai minori, ma, come vedrete, faremo un balzo in avanti fino alla fine degli anni Novanta, e la sostanza non sarà diversa. Ho scelto appositamente un “principio non negoziabile” che non c’è nemmeno nella lista di Ratzinger, perché, probabilmente, lo riteneva abbastanza accettabile: il divorzio. Persino Gesù Cristo, come leggeremo, era parzialmente favorevole al divorzio, ma Chiara Lubich no. Per una donna che ha consacrato la propria vita al “Che tutti siano Uno” è inconcepibile che due persone già unite si separino, è una “disunità”, e lo scopo del suo Ideale è quello di unire. Quindi, oltre a non divorziare, tutti i membri dei Focolari devono impegnarsi a riaggiustare i matrimoni, per accelerare la corsa al mondo unito.

Prima di iniziare ad analizzare le fonti, una precisazione: anche se il Movimento dei Focolari è internazionale, dobbiamo capire la situazione dell’Italia rispetto al divorzio, perché Chiara è condizionata dall’ambiente in cui vive. Riporto da Wikipedia:

Il 1º dicembre 1970 il divorzio venne introdotto nell'ordinamento giuridico italiano; nonostante l'opposizione della Democrazia Cristiana, del Movimento Sociale Italiano, della Südtiroler Volkspartei e dei monarchici del Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica, con i voti favorevoli del Partito Socialista Italiano, del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, del Partito Comunista Italiano, del Partito Socialista Democratico Italiano, del Partito Repubblicano Italiano e del Partito Liberale Italiano, venne approvata la legge 1º dicembre 1970, n. 898 (…) Gli antidivorzisti, quindi, si organizzarono per abrogare la legge attraverso il ricorso al referendum: nel gennaio del 1971 venne depositata in Corte di cassazione la richiesta di referendum da parte del "Comitato nazionale per il referendum sul divorzio", presieduto dal giurista cattolico Gabrio Lombardi, con il sostegno dell'Azione cattolica e l'appoggio esplicito della CEI e di gran parte della DC e del Movimento Sociale Italiano. (…) Il 12 maggio 1974, con il Referendum abrogativo del 1974, meglio conosciuto come Referendum sul divorzio, gli italiani furono chiamati a decidere se abrogare la legge Fortuna-Baslini che istituiva in Italia il divorzio: partecipò al voto l'87,7% degli aventi diritto, votarono no il 59,3%, mentre i sì furono il 40,7%: la legge sul divorzio rimase in vigore.

Insomma, gli Italiani si erano espressi piuttosto nettamente contro i principi della Chiesa cattolica… Cosa stava succedendo? Il mondo era sottosopra! Chiara raduna i Gen 3, per lanciare l’allarme.

Poi qualcuna mi chiede anche: so che adesso tutto il Movimento si è impegnato per fare una legge contro l'aborto, cosa possiamo fare noi? Io rispondo a tutte queste domande adesso, no?
Prima quella del divorzio. Ne sentirete di tutti i colori, sentirete che il divorzio è buono per questo, è bene per quello, è bene per quest'altro, e che in questa occasione ci vuole e che in quell'altra occasione magari no, ma che però è bene così, ma che anche quello Stato lì l'ha fatto, e che in quell'altro Stato l'hanno già messo, e che sono Stati avanzati, mentre questo è uno Stato indietro e, ecc.; ne sentirete di tutti i colori, di tutti i colori, di tutti i colori, di tutti i colori, di tutte le miscele, di tutte le miscele, perché gli uomini sono fatti apposta per complicare le cose. Voi ricordatevi una parola di Gesù: "Ciò che Dio ha unito, l'uomo non separi". Ora con il matrimonio Dio unisce papà e mamma. Allora ciò che Dio unisce, l'uomo... - il politico, quello che sbandiera le teorie sul divorzio, ecco - l'uomo non può separare.
Ora noi, gen, crediamo di più a Gesù o a tutte le chiacchiere di questo mondo? Alla fine, alla fine quando saremo lì come la nostra Pauline, che adesso sta arrivando in Paradiso, a Monaco, forse sta lì a pensare ai professori che le hanno insegnato questo o quello, o a Gesù? A chi pensa lei?[Probabilmente Pauline è una gen gravemente malata, che Chiara pensa bene di sfruttare] A Gesù, quindi conviene pensarci subito a Gesù. E quindi lasciateli chiacchierare, anche se vi montano la testa così, anche se vi convincono, tirate fuori subito questa frase: "Ciò che Dio ha unito, l'uomo non separi" non si può separare. Quindi il divorzio non è mai valido. La Chiesa permette magari che stiano un po' separati, marito e moglie, se hanno delle difficoltà... ma non è che si possono risposare, no. Non c'è il divorzio, per la Chiesa non c'è il divorzio, perché Gesù ha detto quella parola lì. (Chiara Lubich, discorso alle dirigenti Gen3, Rocca di Papa 29 Novembre 1977)

Non mi risulta proprio che il Movimento si sia impegnato per fare una legge contro l'aborto, al limite ha partecipato alle raccolte firme per il referendum abrogativo, che venne puntualmente richiesto, come contro il divorzio. Ma questi dettagli non interessano alle Dirigenti Gen3; dopo i discorsi di Chiara la loro fiducia nello Stato, nelle leggi, nella scuola e quant'altro sarà scesa sotto il livello del mare. "Ciò che Dio ha unito, l'uomo non separi": andiamo a vedercela, “quella parola lì” di Gesù, recuperandola dal suo contesto.

Matteo 19,3-12
Alcuni Farisei vennero ad interrogarlo, cercando d'ingannarlo e fargli dire qualcosa che avrebbe potuto comprometterlo. «Tu permetti il divorzio?» gli chiesero. «Non leggete le Scritture?» rispose Gesù. «C'è scritto che fin dal principio Dio creò l'uomo e la donna, e che l'uomo avrebbe dovuto lasciar padre e madre per essere per sempre unito a sua moglie. E così l'uomo e la donna diventeranno una cosa sola, non più due, ma un unico essere. Perciò nessun uomo può separare ciò che Dio ha unito». Gli altri insistettero: «Allora come mai Mosè disse che un uomo può divorziare da sua moglie, consegnandole semplicemente un atto di ripudio?» Gesù rispose: «Perché Mosè conosceva i vostri cuori duri e malvagi; ma non era così che Dio aveva inteso da principio. E vi dico questo: chiunque divorzia da sua moglie, salvo che per relazioni sessuali illecite, e ne sposa un'altra, commette adulterio».
Allora i discepoli di Gesù commentarono: «Se le cose stanno così, è meglio non sposarsi!» Gesù rispose: «Non tutti possono accettare una condizione del genere. Soltanto quelli aiutati da Dio.  Alcuni sono impotenti dalla nascita e quindi non possono sposarsi, altri sono diventati impotenti, perché gli uomini li hanno ridotti così; altri ancora, invece, rinunciano al matrimonio per amore del Regno dei Cieli. Chi è capace di farlo, lo faccia!»

Come si può leggere, in realtà Gesù riconosce che gli uomini sono esseri imperfetti, e così Dio ha autorizzato Mosé a lasciar perdere il “dover essere” e ad istituire il dannatissimo divorzio (per quella cultura ripudio, ma Chiara sembra non capire nemmeno la differenza). Poi, per giunta, scopriamo che Gesù ammette il divorzio per “relazioni sessuali illecite”, insomma, pure lui è favorevole a scaricare la moglie se è una fedifraga traditrice… Ma nell’immaginario di Chiara è sempre solo ed esclusivamente il maschio che disgrega la famiglia, essendo attratto da un’altra donna. Non è concepibile che sia la donna a chiedere il divorzio; un principio, invece, che aveva ispirato fortemente la legge del 1970, quando le donne erano spesso i soggetti più deboli, ancora sottoposte all'autorità dei capifamiglia e bisognose di distaccarsi da uomini violenti e maltrattanti.

(Due osservazioni fuori tema: l’unica volta in cui Gesù è favorevole alla famosa “unità per assorbimento”, ovvero all’idea che due esseri umani si fondano in uno, è a proposito del matrimonio, e non certo di “patti di unità” vari. Ma forse si riferisce solo al momento dell’atto sessuale.
E, sui vergini, verrebbe voglia di dire che “altri sono diventati impotenti perché gli uomini li hanno ridotti così”… Sia un ennesimo ritratto del focolare).

Siamo al nono comandamento. Esso dice: “Non desiderare la donna degli altri.” Questo vale per le persone grandi, e per quando sarete più grandi. Ognuno ha la sua moglie e deve tenersi la propria e non desiderare quella degli altri. (…)L’uomo e la donna che sciolgono il proprio matrimonio e quelli che si dividono anche davanti alla legge per sposarsi di nuovo, fanno un peccato gravissimo che si chiama “divorzio”. (Chiara Lubich, discorso al Congresso Internazionale dei Gen 3, giugno 1973)

La legge permette cose che, per il pensiero della Chiesa, mandano direttamente a bruciare tra le fiamme dell’inferno; questo può creare una notevole confusione nella mente di un adolescente, e portarlo a vivere situazioni di forte disagio, quando si trova negli ambienti esterni al Movimento. Non si tratta di un conflitto che si può affrontare con la discussione; i professori lo vorrebbero fare, a scuola, invece Chiara ha vietato di discutere. Non ha la minima preoccupazione di tutelare i suoi Gen 3, che pure dovrebbe amare per primi; sono la sua manovalanza, le sue armi di persuasione degli adulti, facendo leva proprio su ciò che risulta più odioso: la loro giovane età, l’ingenuità, che fa più presa.

Dopo il congresso, viene fatta una pubblicazione per gli assistenti gen (1981)


Nella mia classe c’è una compagna che ha i genitori separati da parecchio tempo e lei è stata affidata al papà. Subito ho cercato di amare il suo dolore, e con un’altra mia compagna che vive l’Ideale, ci siamo messe d’accordo e abbiamo cercato di darle tutto l’amore. Due volte alla settimana andavamo in casa sua a trovarla e lei era molto contenta, perché si sentiva amata.

La figlia di separati è un grande classico delle esperienze: ovviamente non può essere contenta della sua vita, ma bensì infelicissima, generalmente cattiva e ribelle, una che ignora Dio e la religione. Subito le gen le si accollano, non la lasciano più in pace e la vanno a trovare regolarmente, come se la separazione dei suoi fosse una sorta di malattia.

Un giorno lei ci ha detto che le dispiaceva molto stare senza la mamma, allora le ho detto: “Senti, facciamo un patto di unità tutte e tre e cerchiamo di scoprire dove abita la tua mamma.” Abbiamo cercato e chiesto ad alcune persone, e, prima di andare a trovarla, siamo andate a messa tutte e tre insieme e abbiamo chiesto a Gesù di fare tutto lui, perché per noi era molto difficile. Così siamo andate a trovare la mamma di Enza e lei è stata molto contenta di rivedere sua figlia dopo alcuni anni. Ricordandoci di quello che Chiara ci aveva detto sul divorzio, noi le abbiamo parlato e le abbiamo detto che ad Enza mancava il suo affetto. Dopo un po’ lei aveva capito che doveva tornare nella sua famiglia anche se questo ora le costava perché doveva anche convincere suo marito a ritornare con lei. Noi allora ci siamo messe d’accordo e siamo andate tutte insieme dal papà di Enza e lui è rimasto sorpreso di vedere anche la moglie dopo tanto tempo. Noi gli abbiamo parlato di com’è brutto il divorzio e come invece è bello stare insieme uniti. Lui, allora, ha capito e subito ha detto: “Ho fatto uno sbaglio.”
Così questa famiglia si è riunita. Noi siamo state felicissime e siamo andate tutte insieme a messa, in una piccola cappella, a ringraziare Gesù. C’erano anche i genitori di Enza. Ora in questa famiglia si vogliono tutti bene ed Enza ha l’affetto che per tanti anni le è mancato.

Enza non vive con la mamma: considerando le dosi industriali di maschilismo, bisogna proprio che la sciagurata donna sia un personaggio fuori da ogni grazia di Dio. Magari è una persona squilibrata, o fa una vita pericolosa… E infatti addirittura Enza non sa neanche dove viva; lo avrà determinato un giudice, questo allontanamento totale? Le tre bambine, giocando a fare le detective oltre che le focolarine, non rischiano di cacciarsi in qualche guaio? Se la madre di Enza si fosse messa insieme a Leatherface e avesse aperto loro la porta de “La casa dei 1000 corpi”? Ma no, risolve tutto il padre in quattro e quattr’otto, dopo un bel discorsetto che gli fa capire di avere sbagliato a divorziare. Ora Enza gode dell’affetto che le mancava, perché quello che da solo era in grado di darle non valeva niente.

Prendete nota: Chiara vi sta rivelando una le sue tecniche manipolatorie, come usare i “patti” e la messa per convincere le persone.

Nella mia classe, un giorno, è cominciata una discussione sul divorzio e tutti dicevano di essere d’accordo, compresa l’insegnante che, con parole difficili, spiegava che il divorzio ha dei lati positivi. Per me niente era giusto di quello che dicevano e non potevo stare zitta lasciando i miei compagni con idee sbagliate.

L’insegnate usa “parole difficili” perché è un’intellettuale radical-chic, una cattiva maestra di pensiero, ma la gen si mette a contestare senza nemmeno avere capito cosa stia dicendo.

Mi sono alzata chiedendo il permesso di parlare e ho detto cosa ne pensava la Chiesa, con tutta la forza possibile. Ma i miei compagni continuavano a non essere d’accordo, dicendo che il divorzio era necessario perché a volte ci sono molte difficoltà in famiglia e non si riesce a vivere insieme per molto tempo. Allora ho raccontato come era la mia famiglia, che cercavamo di amarci a vicenda, e di trovare insieme le soluzioni ai problemi che di volta in volta nascono. Alla fine della lezione tutti erano convinti delle loro idee, ma io ero tranquilla perché avevo difeso la verità.

Giustamente ai compagni dell’opinione della Chiesa non importa nulla, non è che “con tutta la forza possibile” riesce a risultare più credibile; al limite vorrebbero sapere che cosa ne pensa lei. E la visione che la gen ha del divorzio è assolutamente sganciata dalla realtà: se la famiglia non è “unita”, per unirla basterà fare degli incontri, mettere Gesù in mezzo, secondo le tecniche che vede applicare nel Movimento e nella sua “famiglia focolare”. I problemi della sua famiglia saranno, presumibilmente, banali e circostanziali, ma rapporta tutto alla propria esperienza personale, quindi non può immaginare che esistano conflitti insanabili. O, magari, proprio perché è figlia di focolarini vive situazioni disfunzionali, ma non se ne rende conto.

Durante l’intervallo, quell’insegnante mi ha chiamata dicendomi che veramente avevo ragione io, che lei stava per divorziare da suo marito, ma aveva capito che un giorno Dio li aveva uniti e l’amore li avrebbe aiutati a superare le difficoltà. Ha concluso che io l’avevo aiutata tantissimo, I miei compagni continuavano ad essere contro di me, ma io cercavo di “fare il bene a chi mi faceva il male”. Dopo ho conquistato un rapporto più vero con ciascuno.

Insomma, l’insegnante capitola e si converte, anzi, forse ha sempre finto di essere per il divorzio, usando quei paroloni che le davano un tono sostenuto; i ragazzi invece niente, non si fanno proprio abbindolare, l’esperienza della famiglia focolare non li ha convinti.

E' cambiato lo stile, vero? Siamo nel 1992


Esperienze Gen 4 a cura dei Centri Gen, 1992


Eliane gioca con la bambola. Suona il campanello! Eliane guarda dalla finestra: è papà! Non vorrebbe aprire la porta, perché papà sgrida la mamma e la lascia spesso da sola per stare con un’altra signora. Mentre si nasconde per non vedere il papà, Eliane si ricorda delle parole di Chiara: “Dobbiamo dare la felicità… A chi? Alle sorelline, ai fratellini, al papà…” Al papà? Eliane corre ad aprire la porta. “Ciao, papà!” e gli dà un bacio. Alla sera Eliane chiede a Paola, sua sorella: “Vero che Gesù vuole fare felici tutti? Oggi, quando papà è venuto a casa, non mi sono nascosta, e gli ho aperto la porta: vero che Gesù è contento di me?”

“Per stare con un’altra signora”: magari il papà fa il dentista e l’altra signora è la sua assistente, oppure magari lui lavora in un circo, e l’altra signora viene sparata dalla bocca di un cannone, “E oltre l’azzurro della tenda, nell’azzurro lei volerà…”
Piuttosto, leggendo la storia da adulti: se una bambina si nasconde, all’arrivo del padre, l’uomo dev’essere quantomeno problematico. “Sgrida la mamma”: è violento? E’ abusivo? Solo con lei o anche con le figlie? Nel mondo gen queste possibilità non esistono. Non è concepibile, naturalmente, l’idea che il divorzio possa permettere ad una famiglia di interrompere delle dinamiche di abuso e di tossicità. Eliane non apre la porta perché desidera vedere suo padre: il suo legittimo desiderio di tutelarsi da lui è calpestato dalla necessità che faccia la brava, la propagandista di Gesù.

Mondo del 2000, mondo di unità- Palaghiaccio di Marino, 10 maggio 1997
Di fronte alle crisi familiari, quando ci sono difficoltà tra i nostri genitori, come possiamo fare perché ritorni l’unità nella nostra famiglia?
Io direi che voi, con la forza che avete con questo Ideale, dovete tentarle tutte per tenere insieme la famiglia. Al momento opportuno, prendete il papà da una parte e incominciate ad elogiare le sue belle qualità, perché ne avrà tantissime. E poi elogiate anche quelle della mamma e dite: “Ma anche la mamma è così. Hai visto com’è buona? Hai visto com’è paziente? Hai visto come ti prepara sempre dei buoni manicaretti?” E poi, in un altro momento, andate dalla mamma e dite: “Mamma, guarda, tu sei così buona, sei così paziente; devi mettercela tutta. Ma anche il papà, guarda che ha delle buone qualità. Hai visto come ti viene incontro? Quindi tornate ad amarvi, perché noi figli abbiamo bisogno di voi.”

Una volta tanto abbiamo una coppia che litiga a pari livello, e non il solito padre putta… Ah no, la tipologia di incoraggiamento è sempre indice della separazione dei ruoli: all’uomo si dice che ha tante qualità, e che la mamma lo accudisce a suon manicaretti; alla donna che deve essere paziente… Per sopportare cosa? Il brutto carattere del marito? Le corna? I maltrattamenti? Però, addirittura, lui le viene incontro!
Prendete ancora nota, perché Chiara vi ha rivelato i suoi migliori segreti di manipolazione: come fingersi amici della gente, per attirarla a sé.

Voi dovete parlare così ai vostri genitori, finché loro sentiranno che sono da voi desideratissimi.
Naturalmente una carta vincente sarebbe quella di portarli nel nostro Movimento dove ci sono anche tanti adulti, tante famiglie. E voi sapete anche come molte coppie si ricompongono, dopo essere venute a contatto con questa nostra spiritualità.

La cosa incredibile è che sta parlando ad un congresso internazionale di ragazzi, in diretta tv mondiale (per l’Italia, la trasmissione era trasmessa su Rai Uno): nessuno psicologo all’ascolto si è chiesto se fosse opportuno insegnare simili tecniche manipolatorie ai bambini? Esporre il figlio mandandolo a fare la spola tra un genitore e l’altro, cercando di arruffianarseli con banali lodi; per la psiche di un minore, in una fase critica come quella della separazione, può essere devastante. Che succede se i genitori non reagiscono come Chiara ha previsto? Anzi, sicuramente sarà così.
Notare che Chiara fa leva non tanto sul senso di colpa dei genitori (“noi figli abbiamo bisogno di voi”) quanto sul loro narcisismo: “Sentiranno che sono da voi desideratissimi.” Si tratta di love bombing in piena regola, praticato dai loro stessi figli, con l’eventualità, particolarmente gradita, che li portino agli incontri del Movimento dei Focolari.

Io ho visto che tanti nostri Gen 4 vivono l’arte di amare. Ed è una cosa meravigliosa! Si capisce che Gesù amava i piccoli, perché sono quelli che meglio mettono in pratica il nostro Ideale. Vi racconto un episodio. C’era una gen 4 che voleva venire al congresso mondiale delle Gen 4 a Roma, però era sola con la mamma, perché il papà era andato via di casa e abitava con un’altra signora. Lei voleva venire al congresso, ma aveva il dolore di lasciare la mamma sola.

… E allora amiamo la mamma e rinunciamo al congresso!... Macché, volete scherzare? Non sia mai.

Allora ha pensato: “Questo è un dolore veramente, ma mi hanno insegnato che il dolore va abbracciato e superato, bisogna che io abbracci bene il dolore e lo superi.”
Poi, prima di uscire dalla porta, prova a telefonare al papà. Non si sa cosa abbia detto, certamente che doveva andare al congresso e che la mamma perciò sarebbe rimasta sola; comunque è partita. Poi è tornata a casa e cos’ha trovato? Che il papà si era pentito, aveva lasciato quell’altra signora ed era ritornato dalla mamma. Ha trovato la famiglia ricomposta. Ed era una bambina, che ha fatto questo miracolo!” (Risposta di Chiara Lubich ad Amman, 27 novembre 1999, da Ai Gen3 Chiara. 1996-2002, Città Nuova) 

Il padre sarà ritornato dalla mamma per dirle “Lasci andare nostra figlia piccolissima da sola a Roma, in un posto assurdo di cui mi ha parlato al telefono, come se le avessero fatto il lavaggio del cervello? Adesso mi faccio dare l’affidamento esclusivo!”

Starete già pensando da un pezzo che queste storielle sono completamente inventate, però un bambino che le legge, o le sente declamare all’incontro dai suoi coetanei, potrebbe crederci tranquillamente. Salvo poi tornare a casa, parlare ai genitori con toni apocalittici e rischiare che dei genitori sull’orlo della crisi di nervi lo trattino malissimo, anziché inginocchiarsi convertiti.
Ma, per finire, propongo di cambiare argomento, perché l’Italia ha recentemente approvato un emendamento sulla legge che regola l’interruzione volontaria di gravidanza. Ecco cosa succederà sicuramente nei consultori; peccato solo che l’operatrice presente non possa essere una Gen 3.

Un giorno sono andata a trovare mia zia. Era diversa dal solito, aveva un viso triste, allora le ho chiesto se aveva qualcosa che la preoccupava. Lei mi ha guardato in silenzio, poi mi ha detto: “Sai, sto aspettando un bambino e mio marito non lo vuole assolutamente; ha già fissato il posto in ospedale perché io abortisca.”

L’aborto non è per legge una scelta della donna? Prenota il marito? Mah, andiamo avanti…

Appena mi ha detto questo, ho provato un dolore grandissimo dentro di me e ricordandomi le parole di Chiara, ho esclamato: “Ma come, uccidere un bambino? Non si può mai! C’è il quinto comandamento… Non puoi accettare l’aborto, devi opporti con tutte le forze, anche contro tuo marito!” Poi non ricordo cos’altro ho aggiunto.
Alla fine, mia zia, stringendomi forte, forte la mano, mi ha detto: “Stai tranquilla Lucia, ora grazie a te, ho trovato la forza. Prega perché anche mio marito si convinca.”
Il giorno dopo telefonandomi: “Sai Lucia, sto ancora combattendo, ma in ospedale ormai non vado più, il bambino lo teniamo.”

“… Lucia, adesso passami la tua mamma… Senti, ma cosa avete fatto a vostra figlia? Poverina, ieri era talmente agitata, per una cosa che le ho detto, che ho dovuto prenderla per mano e calmarla! A che razza di incontri la mandate?”
“Tu, piuttosto, che cosa le hai detto, per destabilizzarla così? Le hai parlato dei fatti tuoi e di tuo marito, scaricandole addosso qualcosa che è troppo difficile da sopportare per la sua età?”

Lasciamo in pace almeno noi i bambini, e torniamo agli adulti e alle loro responsabilità. Se vi sembra che questa signora sia stata un po’ troppo integralista, sul tema dell’aborto, vi assicuro che no, lei in confronto a Chiara Lubich è libertaria. Se non altro, dice che ha proposto la “sua” verità, non vuole dare giudizi e non è contro le altre donne.

Quando andiamo controcorrente, a volte gli altri pensano che sono nel giusto e noi nell’errore. Succede che ci abbandonano e ci rifiutano e, alla fine, anche a noi viene il dubbio e pensiamo di avere sbagliato. Come fare in questo caso?

Voi siete nel giusto. È il mondo che è un po’ nel giusto e un po’ nell’errore. Voi siete nel giusto, perché siete dalla parte della verità, siete con Gesù. Certo, noi dobbiamo vivere in mezzo a questo mondo ed amare tutti. Non dobbiamo avere però la mentalità del mondo. Dobbiamo avere una nostra mentalità, quella giusta, quella della verità. (Chiara Lubich, domande al Supercongresso dei Ragazzi per l'Unità, 10 maggio 1997) 

P.s.: Due paesi al mondo non ammettono il divorzio: le Filippine e la Città del Vaticano. 

Ed eccolo, finalmente!

Sul ballo scorretto non si negozia proprio!! Mi ricordo che guardavo a lungo questa immagine e pensavo: ma la tizia a destra, secondo me, non sta facendo niente di male, se andassi ad un ballo scorretto vorrei vestirmi come lei... 

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