Educazione focolarina: i bambini non sono propaganda

 

Chiara Lubich giovani abusi
I giovani amano l'avventura: ecco il tipo di avventura che si prospetterà, nella vita gen

La Veri (nome di religione) non può salire alla Mariapoli. La mamma ha già dato tre figli ai Focolari, e vorrebbe trattenerne qualcuno per la casa: ma in fondo è contenta che tutti lascino il mondo fittizio per quello dello spirito. La Veri scrive perciò a Chiara di trovarsi in una villa a villeggiare con 13 cugini che “Sembrano tutti popabili”. E cioè, impedita di andare in focolare, fa focolare dei suoi. Ha 13 anni Veri e chiude la lettera così: “Nel nostro sposo fedelissimo, tua Veri” (Igino Giordani, Storia di Light

Veri ha solo 13, anni, tranquillizziamoci che non ha sposato nessuno; sente semplicemente ripetere in continuazione, intorno a sé, le mirabolanti storie di Chiara e delle pope che hanno sposato GA, e così vuole far parte della stessa, straordinaria avventura. In realtà non ha nemmeno molte alternative, se davvero la sua famiglia la educa a considerare il mondo che la circonda "fittizio" ed il solo mondo dei Focolarini, "quello dello spirito", valido e reale. Quali categorie potrà formare, nella sua mente? Come potrà sviluppare la propria personalità, se non confrontandola con quella delle pope e della madre?
Quanto alla madre di Veri, probabilmente "ha già dato tre figli ai Focolari" nel senso che sono andati a dare una mano ad organizzare la Mariapoli, lasciando la tredicenne in villeggiatura con i parenti. D'altra parte, se avesse dato i figli alla Patria, come ai tempi del Duce, almeno avrebbe rimediato una bella medaglia, mentre con i Focolari ci sono solo oneri e zero onori... Anzi, no: nel proseguo di questo post salteranno fuori anche delle medaglie, ma solo al momento opportuno.
Il fatto che Veri consideri i cugini "popabili", con questo simpatico gioco di parole, significa che, in generale, non tutti lo sono. E' come se il suo occhio fosse già allenato ad individuare i soggetti giusti per invitarli a partecipare al Movimento. In questo post parleremo proprio di questo: i bambini e gli adolescenti addestrati, fin dalle primissime esperienze di vita, a fare propaganda per il Movimento dei Focolari. Come potete già immaginare, Chiara Lubich ci dirà che sono loro stessi, i bambini e i "giovanetti" come Veri, a desiderarlo fortemente, a farlo di loro spontanea volontà. E' Veri che ha scritto a Chiara, è lei che, disposta a fare qualunque cosa per l'Ideale, chiede di essere arruolata sul campo. Chiara deve essere solo brava ad accontentarla, perché così vuole Dio. 

Per continuare a scrivere questo post, utilizzerò prevalentemente la trascrizione di un discorso di Chiara alle focolarine del 1966, che si riferisce proprio al momento della fondazione dei movimenti gen per bambini e adolescenti. Vi consiglio di leggerlo tutto per intero, anche perché lo utilizzerò saltando qua e là lungo il testo; vi permetterà, inoltre, di scoprire meglio chi è Chiara, la sua personalità, le sue aspirazioni di quell'epoca.


...Occorre quindi aver noi una schiera forte, formidabile di bambini e di ragazzi buoni che, avvicinando gli altri ragazzi, li facciano buoni.

Si vede chiaramente che Gesù in mezzo con anche questi attributi che si presentano nella sua Opera, dice che vuole i bambini, insomma, li vuole e noi dobbiamo saperglieli dare. Naturalmente è un’arte anche saperli dare.

Ecco, quindi la reazione che c’è in loro è fortissima, è vorrei dire unica, anche perché in loro non c’è ancora l’attaccamento alle cose di questo mondo, si dice sempre che la gioventù è distaccata, che è pronta a morire, mentre invece quando si incomincia ad avere una certa età si può attaccare… Ora bisogna sfruttare tutto questo ben di Dio, tutto questo aspetto che hanno i giovani e che hanno i bambini.

Poi, l’altra cosa che ho menzionata prima, l’effetto su di loro è questa impressione nella loro anima di questi principi del Movimento che sono Spirito Santo, se sono quelli, ecco, in modo che diventa per loro la forma mentis. Ora noi abbiamo una schiera, quindi di persone che domani porteranno nella società il modo di pensare evangelico, e quindi voi capite subito il vantaggio di questo, tanto più adesso che loro sono in mezzo al mondo e devono far lievitare, insomma, la loro mentalità contro alle volte dei bambini atei che sono in tutte le scuole...

 Chiara non intende occuparsi di tutti i bambini del mondo, anche perché, come vedremo, la sua visione dell'infanzia è piuttosto contraddittoria. Vuole formare un gruppo circoscritto di bambini, ai quali racconterà, ovviamente, di essere  selezionati, eletti da Dio, per mandarli a fare propaganda tra i loro coetanei. Non le interessa nemmeno che convertano al Movimento tutti gli altri bambini, è sufficiente che influiscano sull'opinione pubblica e sulla società. 
Dove li troverà, questi super bambini? Con po' di eugenetica popesca, li ha già a disposizione: Veri e le altre giovanette figlie di focolarini non vedono l'ora che nasca una versione del Movimento anche per loro!

Le popette, soprattutto, le giovanette ancora più spiccatamente, desideravano ardentemente di essere prese in mano, e anche di essere suddivise in questi due gruppi perché né le une né le altre, soprattutto le giovanette, sentivano che noi svolgevamo un programma adatto a loro. Ed erano arrivate anche a delle cose piuttosto ardite, per esempio alcune erano giunte ad offrire la vita purché nasca il ramo delle giovanette.

Offrire la vita: per chi non lo sapesse, spieghiamo cosa significa. Una persona giovane e in buona salute prega Gesù chiedendoGli di farla morire in cambio di qualche successo della Chiesa cattolica, ad esempio la sconfitta dell'ateismo. Gesù ne è ben felice, e di lì a poco questa persona, in genere un consacrato come una monaca o un frate (devo dire che il mondo femminile è più dedito a questa pratica, chissà come mai) si ammala e spira tra atroci sofferenze, oppure ha un incidente improvviso. Tutto offerto a Dio con il sorriso tra le labbra, ovviamente! 
Si capisce che una simile pratica non è certo un'invenzione delle "giovanette", ma che l'hanno imparata dagli adulti; non è nemmeno un'invenzione di Chiara, ma lei stessa l'ha imparata negli ambienti cattolici, dato che risale ai secoli dei secoli, quando i Cristiani hanno smesso di morire martiri ed hanno iniziato a ricercare un nuovo modo per guadagnarsi la Palma d'Oro e salire in Cielo con Gesù (che non credo sia molto felice di essere associato ad una simile devotio, come gli Dei Mani).
Torniamo a Chiara: in realtà le giovanette vogliono farsi martirizzare da Gesù per... Svolgere un programma più adatto a loro. Dove? In sala, agli incontri del Movimento. Quello degli adulti è noioso. 
Sì, la vita è tutta un incontro in sala...

Noi non dobbiamo trattare i bambini come bambini, noi non dobbiamo vedere in loro soltanto bambini, noi dobbiamo vedere in loro bambini con un’anima, e l’anima non è né grande né piccola, è sempre un’anima.

I bambini stessi anche loro devono essere presi così (...) prenderli per conto loro per averli tutti in mano, per costruire i nuclei, metterci il loro capo che deve nascere dal di dentro, da loro, magari, da di loro scelto, e poi metterci un’assistente, la chiamiamo, quel dato che magari tiene l’elenco dei gruppi che ci sono, non perché ricada tutta la responsabilità dei bambini su di lei o su di lui, ma perché abbia un elenco di bambini, sappia dove abitino, sappia come rintracciarli, eccetera. Ma poi tutta l’Opera deve dedicarsi a loro, altrimenti non nasceranno mai dei veri bambini dell’Ideale e dei veri giovani dell’Ideale, tanto più che è molto più difficile con loro, e alle volte anche coi grandi.

L'anima è immortale e soffio del Divino, quindi i bambini vanno trattati allo stesso modo degli adulti. Chiara non aspetterà un loro compimento di una determinata età, come fanno, ad esempio, i Neocatecumenali, che iniziano un percorso individualizzato solo dopo i 13 anni; i "bambini", che prenderanno il nome di gen4, sono suddivisi e radunati dai 4 anni in su, ma anche i gen5, ovvero i piccoli in età neonatale, diventano una vera e propria branca del Movimento ed hanno i loro specifici incontri. 
Si può convenire con Chiara, a proposito dell'anima? Volendo anche sì, del resto Platone diceva che le anime trasmigrano da un corpo all'altro, e che conservano delle reminiscenze delle loro vite precedenti; peccato che Chiara, forse senza rendersene conto, per produrre i "suoi" bambini non faccia leva sulla loro anima. Fa leva su un'altra cosa, e ad un certo punto del discorso scappa fuori a lei stessa: la loro psicologia.
Psicologia e anima sono due cose ben diverse; dal punto di vista psichico i bambini sono diversi dagli adulti, sono soggetti "vulnerabili", e come tali andrebbero rispettati. Oppure, se vogliamo usarli, toccare i tasti giusti è moto più facile. 

I bambini, i piccolini, non sono fatti per le cose normali di questo mondo, praticacce di questo mondo, i bambini, soprattutto i piccoli e le piccole, sono fatti per le favole, per le fate, per qualche cosa supera la vita quotidiana, umana, qualche cosa che va al di là del nostro modo di concepire la vita, qualche cosa, diciamo, di bello ma di più che bello come normalmente si intende. Qualche cosa, insomma, che ha del miracoloso. Il nostro Movimento, proprio allo stato attuale, presenta degli elementi capaci di affascinare in modo veramente completo, di colpire perfettamente l’anima dei bambini.

Con i bambini bisogna presentare il Movimento tutto tale quale com’è. Però, in che maniera? Io non vi dico brevemente, e neanche lungamente, io vi dico va dato tutto in maniera però che loro lo capiscano. Cioè in maniera, non tanto facendosi uno con loro perché loro lo capiscano, ma in quella data maniera che colpisce la loro anima dove, voglio dire, è in modo più eccellente la fantasia a svilupparsi, oppure la volontà, oppure altre cose; tant’e vero, ad esempio, che nei giovanetti c’è la voglia dell’azione, la voglia dell’avventura, quindi è anche forte la loro volontà, bisogna vedere se coincide con la volontà di Dio.

Quindi, quello che dobbiamo fare è che l’Opera intera sia impegnata, quindi studiarci bene con Gesù in mezzo cosa va detto, e con Gesù in mezzo dare rilievo anche a quella parte, dicevo, bella, favolosa, del Movimento, per cui si saprà come raccontare le cose, o quella parte più avventurosa che prende di più i giovani; bisogna calcare sulla cosa, dirle tali e quali come sono, ma esporle coperte, in modo che manifestino in modo particolare quell’aspetto lì.

La favola e il gioco ai bambini, l'avventura ai giovani: Chiara è molto soddisfatta, perché il suo Movimento, con le sue narrazioni, ha tutte le caratteristiche per offrire a ciascuna fascia di età l'elemento di attrazione. Anche a costo di "coprire", di mistificare, magari di nascondere qualcosa che, invece, potrebbe annoiare i bambini e mettere in guardia la gioventù. 

D'altra parte, perché Chiara desidera tanto coltivare i bambini? Apparentemente, perché sono i destinatari migliori della sua predicazione: 

Mi sembra che da tutto l’insieme Gesù in mezzo a noi dica fortemente, questo lo ripeto proprio con l’autorità della fondatrice, dica a noi tutte, a ciascuna di noi: “Lasciate che i pargoli vengano a me”. (Applausi) Come a dirci: l’Ideale non è un monopolio dei grandi, non guardate i bambini dall’alto in basso, anche per i bambini è fatto il Regno di Dio, forse è fatto più per i bambini che per voi.

Tanto più che loro sono molto più vicini di noi al Regno di Dio, i loro angeli guardano il Padre; non so se gli angeli grandi guardano il Padre, non sta scritto qui.

Lo abbiamo ripetuto tante volte: addirittura è il caso che anche gli adulti si facciano "popi", cioè bambini, con il risultato che avremo dei bambini che si occupano di altri bambini. Ma questo a Chiara non interessa: dei bambini si può sfruttare, quasi un po' vampirescamente, la vicinanza a Dio (l'innocenza), ma non è che per questo valgano granché, in particolare, come persone:

Tante volte noi ci siamo piegati sui bambini raccontando una piccola esperienza, dicendo la Parola di Vita, abbiamo ridotto tutto che loro dicano le loro esperienze, che valgono fino ad un certo punto, perché sono sempre quelle, o son poche, o sono anche tanto limitate; mentre invece a loro bisogna allargare l’anima loro, dare a loro tutto, saperlo dare, tutto. Questo come primo principio; io vi dico queste cose perché poi da questo saranno tratti dei punti da cui poi voi dovete come ispirarvi per poter attuare il Movimento.

Ci sono dei bambini che giocano tutto il giorno e poi vanno via più cattivi di quando son venuti, perché si sono litigati tra loro, perché gli assistenti non ci son stati, perché non hanno saputo capire come erano i bambini, perché non hanno saputo mettere Gesù in mezzo anche nel gioco, ed è il grande che deve portarlo, se deve portare l’Ideale.

Ecco che cos'è successo: i bambini, anche se sono nati nelle migliori famiglie focolare, invece di essere buoni sono andati agli incontri a fare i cattivi, sono stati disobbedienti, limitati con le loro esperienze sempre uguali, lamentosi e piscialletto; devono essere gli adulti, gli "assistenti" ad inculcare loro il programma che "allarghi la loro anima". Tutta la gestione del movimento gen4 è opera degli adulti, e faccio notare come Chiara in precedenza avesse detto che l'assistente non ha alcuna responsabilità sui bambini, deve solo occuparsi di raccogliere gli elenchi dei loro nomi e di contattarli (la privacy, nel cosiddetto "arancio", non è contemplata). I gen 4 sono incoraggiati ad eleggere i propri capetti, in modo da istruirli già alle gerarchie, ma non particolarmente ad esprimersi: devono ricevere, essere plasmati.

D'altra parte, di chi è il bisogno di fondare questi movimenti ultra giovanili? Dei bambini e dei giovanetti? 

Dalle inchieste fatte anche dal nostro giornale, sia con i genitori, sia con gli educatori, c’è una crisi spaventosa nei confronti della gioventù. I genitori, gli educatori non sanno più come prendere questi giovani, e dalle cose viste alla televisione, c’è da spaventarsi veramente alle risposte che danno i giovani, riguardo per esempio al problema della religione: che Dio è inesistente, e che lro lo considerano una cosa da accantonarsi, eccetera eccetera. Fa venire veramente la pelle d’oca a sentirli. Abbiamo, invece, avuto in questi due ultimi incontri di Roma, sia maschili che femminili, la netta impressione che la risposta ai bambini e ai giovani di oggi sta nell’Ideale. 

Il bisogno è degli adulti della Chiesa, e di Chiara in particolare: ai bambini, ai ragazzi, probabilmente non verrebbe la pelle d'oca nel sentire questi giovani che discutono di Dio e sostengono che possa essere accantonato. Probabilmente farebbero domande, sarebbero curiosi, probabilmente queste cose le pensano in cuor loro alla stessa maniera, anche se i loro genitori sembrano così privi di dubbi. E' Chiara che ha paura di quello che non conosce, quando accende, per pochi istanti, la televisione, e vede un mondo più grande del piccolo paese cattolico in cui è cresciuta. "Il problema della religione" è l'idea di un mondo senza Dio, un mondo in cui una persona come lei, che si è completamente proiettata nella dimensione soprannaturale,  non avrebbe più nulla di significativo da offrire, nulla per essere al centro dell'attenzione. 

Ora, non è che noi giochiamo con i bambini per poi riuscire ad amicarseli, e far loro dopo la moraletta e dire: “Adesso vi racconto qualche cosa…” Noi dobbiamo giocare con loro perché li amiamo, noi amandoli dobbiamo giocare con loro. Non si amano i bambini se non si gioca con loro. Ora, io penso che quelle specie di ordini nati proprio per i bambini questo l’abbiano capito come noi, cioè che non abbiano costruito tutti questi giochi, questi strumenti che loro hanno per far giocare i bambini solo per accontentarli e poi portarli alla religione; è molto chiaro che i fondatori hanno capito quale è la psicologia del bambino e come il bambino va trattato, come va considerato, come va preso, come Dio lo vuole.

Separare il momento del gioco da quello della predicazione, la "moraletta", è meno proficuo; meglio inserire la predicazione nel gioco stesso, come di fatto farà Chiara. Ma è anche molto più manipolatorio, dato che i bambini giocano perché bisognosi di giocare, e quindi inermi, se esposti a messaggi particolari, inseriti nello spazio del gioco. 
Per far capire meglio l'importanza del gioco, Chiara racconta l'episodio del suo nipotino, che potete leggere nel discorso; è molto raro sentirla parlare dei suoi famigliari, e per di più in relazione ad attività di apostolato. 
Il nipotino di Chiara ha partecipato ad un incontro che si è concluso con dei giochi a squadre, nei quali ha vinto una medaglia: Chiara sa che "l'anima" dei bambini è proprio la stessa degli adulti, sono già narcisi, vogliono anche loro vincere ed essere applauditi, lodati. 

Suo padre, quando è venuto a prenderlo, diceva: “Vedrai che verrà a casa soltanto con la medaglia della gimcana, perché era talmente entusiasta, scatenato, raccontava alla Eli tutti i punteggi come sono avvenuti, i secondi, eccetera, e poi come si sono rifatti, eccetera… Verrà a casa soltanto con la medaglia. Infatti, arriva a casa, e lui a casa sente che non c’è aria di parlare, però lui non ha parlato, un altro giorno non ha parlato. Il terzo giorno si vede che si era creata una certa atmosfera, e ha cominciato a parlare. E suo padre si è accorto che in questo bambino si sono impressi, come veramente Verbum Dei, si sono impressi i principi dell’Ideale.

Probabilmente il padre è Gino Lubich, non credo che i cognati di Chiara fossero altrettanto interessati a studiare il figlio per tre giorni, in attesa di verificare gli effetti dell'incontro. E la conclusione di Chiara è raggelante: 

Siccome non aveva prima una mentalità religiosa, e profonda, si è impressa la mentalità dell’Ideale come fosse Verbo di Dio. Ora, siccome l’Ideale è il Vangelo, è Verbo di Dio, è bene che su queste menti ancora duttili e anche su questa innocenza si imprimano questi principi nostri che noi possiamo, non so, se abbiamo anche l’uomo vecchio confrontarli con altre spiritualità, come loro non hanno, hanno questa… E dice suo padre che è stata una cosa meravigliosa, vedere come in questo bambino l’Ideale è entrato, non faceva che parlare dell’Ideale, Ideale, dei principi dell’Ideale, non l’aveva dimenticato. E sì che aveva giocato, e stragiocato, e stragiocato. Questo per dirvi come noi dobbiamo farci uno con loro…

Immaginate cosa può significare per una persona esposta nell'infanzia a simili incontri, leggere queste parole. Chiara ha impresso in modo "indelebile" il suo messaggio nella psiche, approfittando dell'età dell'innocenza: per sempre "suoi", il suo Ideale sarà per noi il solo modo di concepire la religione, il solo, unico Verbo di Dio. Potremmo scappare anche in capo al mondo, ma non riusciremo mai a liberarci di quell'impronta, di quel marchio impresso, nel bene e nel male, nella nostra più intima coscienza. 
Per rincarare la dose, Chiara gode pure, e notevolmente, nello screditare le figure dei genitori e nel sostenere che le focolarine sanno fare le madri meglio delle sposate:

Lui [Gesù] può sostituire il padre, la madre, gli educatori, perché era anche maestro, e li sostituisce in maniera talmente bella che ci sono state delle mamme alla fine del nostro raduno che ci hanno detto, che mi hanno scritto perché ringrazi le altre focolarine che hanno insegnato a loro ad essere mamme. Così hanno detto; ora, non erano mamme ste focolarine, erano focolarine vergini, eppure sono state delle mamme che mi hanno scritto così. Mi hanno detto: “Io alla peggio, al massimo al massimo riuscivo a stare col mio bambino, non so, mettere su a lui un piccolo filmetto di un quarto d’ora, lo accendevo e poi andavo per gli affari miei, e lui si guardava il filmetto da solo, poi tornavo, eccetera; per questo io non sono riuscita ad educare il mio bambino, io non l’ho capito, non ho saputo capirlo, non ho saputo amare il mio bambino, mentre le focolarine mi hanno insegnato come si fa da mamma”.

Quindi, organizzarci bene non solo la giornata, tutto ogni ora, in modo che alla fine della giornata siate riposatissimi perché tutto è filato come l’olio, perché se c’è sempre stato Gesù in mezzo è sempre stato lui il maestro, il padre, la madre dei bambini.

Vorrei che Chiara si fosse inventata queste mamme, ma temo che ce ne siano state almeno un paio, desiderose di compiacere Chiara, che le hanno scritto sul serio cose simili. Essere una buona madre, sembrerebbe, consiste nell'indottrinare a dovere il proprio figliolo, ma i risultati sono sempre scarsi, abbiamo già visto che i genitori non sanno più come prendere i giovani d'oggi, meglio mandarli agli incontri.

Insomma, lo avete capito: Chiara ha squalificato i nostri genitori, che già nel '66 ci piazzavano davanti ai suoi video mentre si facevano gli affari loro, ma è Gesù che ci ha fatto da padre, madre e maestro. E' per questo che siamo diventati una generazione di fenomeni: "Degli Antecristi è l'ora!" Bambini di Chiara di tutto il mondo, uniamoci e facciamo sentire la nostra voce!


Da gen4 a gen3: ma è sempre tutto un incontro in sala...

Negli anni a venire, il Movimento gen 4 decolla, ma forse qualcosa va storto. Si ripetono, regolarmente i convegni per bambini, con i giochi a squadre e le esperienze che, però, sono sempre le solite noiose e tutte uguali. Soprattutto non accade, come invece previsto da Chiara, che l'intera Opera si dedichi ai gen4: gli assistenti sono selezionati tra persone giovani e inesperte, oppure tra semplici simpatizzanti poco formati (di dottrina Ideale, di pedagogia neanche a parlarne), mentre focolarini scapoli e ammogliati, volontari, giovani maggiorenni si dedicano a ben altre attività. Alla Mariapoli c'è sempre il momento di separazione tra adulti in sala e bambini che, per l'appunto, giocano, oppure se ne stanno in un'altra sala per conto loro, a sventolare fazzoletti colorati e a cantare nel modo più stonato possibile le canzoncine.

A dire la verità, esiste un'azione molto precisa del Movimento che resterà sempre appannaggio dei Gen4: "Hanno sloggiato Gesù". Personalmente la trovo disdicevole: condivido l'idea di richiamare il vero significato religioso del Natale, ma non quella di mandare dei bambini di cinque anni in giro per le strade a vendere statuine, per fare leva sul senso di tenerezza che la loro età ispira. I passanti respingerebbero, forse, un adulto che cerca di vendere loro una statuina di Gesù per "accoglierlo nel loro cuore", ma oserebbero farlo davanti ad un bambino? E i fondi raccolti per beneficenza, intascati dagli adulti che naturalmente "seguono" i bambini, portandoli a tenere il banchetto in piazza, che destinazione precisa avranno?

Persino le statuine da vendere devono essere tutte uguali e gli stampi sono forniti rigorosamente dal Centro dell'Opera! Non sono i bambini che le confezionano, così come i poster e i disegni

Dai gen4 non si può pretendere più di tanto, ma esiste ben altra categoria di persone pronta a soddisfare Chiara: i "giovanetti", che noi chiameremmo adolescenti o teenager.
Con i gen3, i ragazzi tra i 14 e 18 anni, Chiara rivive la propria giovinezza: in fondo lei ha esordito così, a quell'età, alle scuole superiori; nessuno quanto loro può comprenderla, apprezzarla, fare tesoro delle sue confidenze. A loro può rivelare persino qualcuno dei suoi trucchetti. I gen3 sono al guado tra il desiderio del gioco e della fiaba e quello dell'avventura, inoltre la loro età, i continui sbalzi di umore dovuti allo sviluppo, li rendono particolarmente vicini alle sue "vette ed abissi", il continuo passare da stati di entusiasmo parossistico a lacrime e presunte notti spirituali. 


Rocca di Papa, Pasqua 1984
Carissimi gen3 e carissime gen3, (...)

E’ stato ieri, Sabato Santo, che ho compreso una cosa assai importante: come, quale espressione del Movimento gen2, è nato il Movimento Giovani per un mondo unito, così, quale espressione del Movimento gen3, deve nascere il Movimento Ragazzi per l’unità.
Questo Movimento non richiederà ai ragazzi tutto quell’impegno totalitario che richiede ai gen3, ma attraverso attività, le più varie, deve interessare un gran numero di ragazzi di tutte le tendenze (cattolici, cristiani di altre denominazioni, ragazzi di altre religioni, di convinzioni diverse o “lontani” in altri modi) ad un problema, tenere unito il mondo.
Lo scopo, come vedete, è lo stesso del Movimento Giovani per un mondo unito, ma i mezzi e i metodi saranno diversi. I gen3, infatti, devono escogitare attività, giochi, lavori, opere, studi, ecc. Adatti ai ragazzi, che possano interessare i ragazzi di oggi, al momento opportuno, il loro segreto: Dio e il Vangelo. Anche le gare sportive, le gite in montagna, i campeggi possono essere assai utili.
Perché, gen, facciamo questo?
Penso, anzitutto, che tale Movimento è nei pian i di Dio; è una branca necessaria alla sua Opera. Ma poi, sono così impressionata dell’ignoranza religiosa in cui sono così tanti ragazzi, che mi viene spesso in mente Don Bosco che, per fare un po’ di catechismo a quelli del suo tempo, inventava giochi, si improvvisava funambolo, acrobata, ecc., in modo da attirarli, entusiasmarli e parlar loro di Dio.
Desidererei che il giovane Don Bosco rinascesse in ogni vostro cuore e ritornasse nel mondo alla conquista dei ragazzi.
Voi avete la teologia gen da insegnare, avete la Parola di Vita, avete tutto l’Ideale in cuore.
Pensate, pensate! Progettate! Riferite al Centro e anche al Centrozona e… Iniziate! Questa Pasqua deve segnare il primo passo della rinascita di moltissimi ragazzi.
Siete d’accordo? Se sì, teniamo Gesù in mezzo e faremo miracoli!

Nella visione rigida di Chiara ogni branca dell'Opera di Maria deve avere animare un movimento al suo esterno: i Gen2 animano Giovani per un Mondo Unito, allo stesso modo i Gen3 animeranno Ragazzi per l'Unità. Si conferma il fatto che Chiara non vuole tra i piedi ragazzi "difficili", per questioni di miscredenza, diversità culturale o religiosa e via dicendo; a lei interessa coltivarsi i "suoi" gen, che poi manderà a fare proselitismo tra gli altri, da intrattenere nell'ovile con i soliti giochi e diversivi vari. I gen3 piacciono così tanto a Chiara che ostenta di equipararli a sé, cosa che non farà mai con altre branche: addirittura propone loro di essere Don Bosco, non Domenico Savio, l'organizzatore, il fondatore... Ma Don Bosco non faceva quello che faceva perché i ragazzi erano abbandonati per le strade? Eh no, quella è la scusa per avvicinarli e (ri)convertirli. I gen3 devono fare "catechismo" come un prete salesiano, anzi, hanno una loro "teologia gen" (lo segnaliamo alle autorità del Vaticano), di cui Chiara ha parlato anche negli anni precedenti. 

Supercongresso “Ragazzi per il futuro, ragazzi per l’unità”
Palaghiaccio di Marino, 12 giugno 1992
Chiara risponde alle domande dei partecipanti 

Molti miei compagni pensano che la Chiesa sia qualcosa di arretrato e sorpassato. Come potrei far capire loro la Chiesa?
Insegno un modo per far capire la Chiesa che è stato sperimentato da tutti noi. Noi viviamo il nostro Ideale, ci mettiamo ad amare, ci mettiamo ad amarci, a creare l’unità tra tutti noi. E sapete che l’unità converte gli altri. Gesù ha detto: “Che siano uno affinché il mondo creda.” Allora gli altri si avvicinano e dicono: “Ma anch’io vorrei essere un ragazzo per l’unità.” E quando si trovano bene con noi, vengono nei nostri incontri, nei nostri congressi, nei nostri spettacoli e si accorgono che abbiamo questa forte unità perché partecipiamo alla Santissima Eucarestia ed è lì che diventiamo uno veramente. Allora anche loro vogliono fare come noi, però si accorgono che, per ricevere l’Eucarestia, occorre avere anche gli altri sacramenti, per esempio il battesimo, la confessione. Capiscono che tutte queste cose le possono ricevere dai sacerdoti. Poi nei nostri convegni vengono diversi vescovi che parlano proprio con il cuore aperto, perché si sentono capiti, perché vogliamo loro bene. Per non parlare poi del Santo Padre, che è amato da tutti i giovani. In questo modo imparando ad amare il papa, i vescovi, i sacerdoti, i sacramenti, amati tutti, è amata la Chiesa. Così capiscono la Chiesa.

Vi dicevo che gli adolescenti sono la categoria preferita di persone di Chiara, ma intendiamoci: quella preferita da sfruttare, la preferita da coccolare e love-bombare sono in assoluto i vescovi, papa incluso. 
Andando agli incontri, i ragazzi scoprono cos'è veramente la Chiesa: un distributore di sacramenti. Saranno scontenti i sacerdoti, nello scoprire che tutto il merito dell'esperienza religiosa va ai Focolarini, mentre il loro ruolo è subordinato, semplicemente, a fornire l'Eucarestia... Macché, va benissimo perché assicura il primato, saranno i più grandi procacciatori di bambini e adolescenti per il Movimento, dato che la maggior parte dei gen, negli anni Settanta e Ottanta, verrà dalle parrocchie dove sono presenti sacerdoti focolarini. 
Oltretutto, va anche detto che i ragazzi si sono espressi maldestramente, ma Chiara non si è certo sforzata di comprenderli: nel dire che la Chiesa è "qualcosa di arretrato e sorpassato" si riferiscono alle sue idee, mentre lei, come sempre, esclude qualunque spazio di discussione e li riporta all'esperienza emotiva, alle belle messe cantate con il "patto dell'Eucarestia", agli esperimenti soprannaturali. 

Inaugurazione della casetta “Piccolo seme” delle gen3, Loppiano, 6 maggio 1995
Come modello avete perciò Maria all’Annunciazione, che era bellissima. Immaginatela come una gen3, quando le appare un angelo che le annuncia: “Tu sarai la mamma di Gesù.” E lei accetta, dice di sì. Maria è stata scelta perché era bellissima. Difatti anche voi dovete avere la bellezza della purezza (…)
Per avere l’umiltà invece dovete sentirvi proprio niente. Non pensate di essere più belle o più intelligenti o le prime della classe. Dovete sentirvi sempre “zero”, come Maria, che diceva di essere niente.
Anche voi dovete essere niente per riuscire a capire gli altri, per entrare negli altri, con quel niente che è Gesù abbandonato.

Incontro con la zona di Napoli, Chiara risponde alle domande degli interni

Chiara, io mi sforzo sempre di amare i miei compagni e le mie compagne; anche loro spesso ricambiano questo mio affetto, però non hanno mai tempo e interesse per partecipare agli incontri. Come devo reagire a questa difficoltà?
Tu hai tanto amore per le tue compagne e sei anche ricambiata nell’affetto, ma l’affetto tante volte non è proprio l’amore.
Io direi che tu faccia così: devi vivere l’Ideale talmente bene, talmente bene da diventare un modello per loro, un’eccezione, una persona fuori dell’ordinario, in modo che piano piano si crei una mentalità in loro e tu diventi, senza volerlo, come una piccola leader.
Se tu riesci ad affascinare gli altri con il tuo comportamento, ti seguiranno dovunque. Ma bisogna che tu viva l’Ideale con tanta intensità da essere bellissima!

Come dev'essere, la ragazza gen? Una leader affascinante e "bellissima" (parliamo di bellezza interiore, ma per una adolescente la parola "bellissima" risuona in modo inequivocabile)... Oppure uno zero, una che non vale niente? Probabilmente Chiara si auspica di mettere insieme le due cose: una ragazza come lei, una che all'esterno appare affascinante e irraggiungibile, la più popolare della scuola, mentre all'interno è fragilissima, con un'autostima così bassa da avere bisogno di essere continuamente supportata dal Movimento. Di fatto, le focolarine saranno sempre alla ricerca di ragazze così, a loro dire "popabili" e adatte ad ingrossare le fila; ragazze estroverse, tutte gridolini e imitazioni di Chiara, sempre su di giri e pronte a calcare i palcoscenici, ma anche a piangere e a fare le vittime agli incontri. E poi ci saranno le cenerentole, quelle che valgono "zero" e vanno bene a sfacchinare per il Movimento, quelle invisibili, insignificanti, che sanno farsi nulla.

Già, il palcoscenico. Più che l'avventura, i gen3 amano un'altra cosa: la visibilità.

È un amore grande e l'ho trovato
Tra le luci che mi abbagliano
Travolgente e bello, quest'amore è dio
È un pensiero solo e mi dice che:
Tu hai una vita sola
Spendila bene
Una vita sola.
Tu hai una vita sola
Spendila bene
Una vita sola.
                 (Hai una vita sola, canzoni del Supercongresso 2002


Non so se c'ero anch'io, qui: di sicuro, se c'ero, avrò contribuito a fare più casino possibile. Facevamo apposta a scatenarci ai massimi gradi dell'invasamento, in modo da spaventare quelli che assistevano da fuori e far capire a Chiara che nessuno seguiva il suo Ideale più convintamente di noi; più grande è l'entusiasmo, più grande è la fede in un mondo più unito, più grandi sono le agitazioni, più è viva la presenza di Gesù in mezzo. Che sia questo, alla fin fine, Gesù in mezzo? Una gran caciara collettiva? 
Torniamo un attimo alla canzone "Hai una vita sola", che si ispira, come tutte le altre eseguite nel Supercongresso 2002, alla biografia di Chiara Lubich. Quali luci dovrebbero mai abbagliare una quindicenne come quella che sta cantando? Nessuna: semmai è la vita gen che le garantisce le "luci" abbaglianti del palcoscenico, della diretta Rai in mondovisione, è la vita gen a garantire spazio per esibirsi, cantare e suonare il proprio strumento, ballare, seppur con movimenti un po' goffi e le maniche lunghe per tributare un omaggio a Ginetta che segue dal Brasile. Come i bambini godono nel vincere le medaglie, così i ragazzi sono attratti dal mondo dello spettacolo, dalla visibilità. Non vi dico le invidie e i rosicamenti che c'erano dietro a queste selezioni di gen invitati a preparare lo spettacolo del Supercongresso: probabilmente venivano selezionati direttamente dai focolari delle zone, senza che tutti gli altri gen, gli "zero", avessero neppure la possibilità di candidarsi.
Cos'avrebbero fatto Chiara e i gen3 se lei fosse vissuta nell'era dei social network? Meglio non saperlo. 

Concludo, per una volta, e sarà l'ultima, facendo riferimento al mio padre focolarino. Il mio padre focolarino è uno di quelli che, come si dice, "ci crede veramente", un duro e puro, più lubichiano della Lubich e quindi più realista del re. Ricordo quando veniva a prendermi alla fine di un incontro:
"Sai papà, ho vinto una medaglia! Sono arrivata prima! Abbiamo fatto un gioco, c'erano delle squadre..."
Mi interrompeva in malo modo, già annoiato da tutta quella vanità: 
"Spero che abbiate imparato qualcosa di più importante, a parte vincere le medaglie!"
Cosa ne dite, severo ma giusto? Oppure crudele? Di sicuro mi ha insegnato qualcosa. 
Il problema è che io, stupida bambola Tanya, non imparavo mai la lezione. Avrei dovuto rispondergli, da "bellissima gen":
"Hai ragione papà, ho imparato che devo essere nulla, per amare Gesù Abbandonato, anche se sono la più brava di tutta la scuola e prendo i voti migliori devo essere umilissima, proprio zero..." 
E invece lo mandavo a quel paese, anzi no, ero appena stata ad un incontro e volevo essere buona. Mi chiudevo in me stessa e mi mettevo a fantasticare:
"Tu hai una vita sola".... Ma quindi Chiara non crede nella reincarnazione..."




Finalmente siamo cresciuti, e passati al movimento gen2... Ma la vita è sempre un unico, grande incontro in sala

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