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Le immagini di questo post sono sculture in ceramica del Centro Ave di Loppiano. Tutti i diritti sono loro |
Proprio mentre valutavo se scrivere questo post, è giunta notizia che il governo italiano ha stanziato dei fondi per l'educazione sessuale nelle scuole: come potete leggere, lo scopo principale del progetto è prevenire le malattie sessualmente trasmissibili e combattere la violenza sulle donne. Vi assicuro che, statistiche alla mano, la necessità di intervenire nei confronti degli adolescenti è reale, vista la loro notevole ignoranza in materia.
Naturalmente c'è stata subito una levata di scudi, perché in questo Paese l'educazione sessuale non s'ha da fare, i malumori arrivano da Oltretevere. Subito i cattolici oltranzisti a dire che sarà la scusa per insegnare la "teoria del gender", ma tanto abbiamo capito che è il vecchio spauracchio della "moda unisex", che viene tirato fuori da mezzo secolo. E i focolarini? si sono uniti anche loro al coro dei vari "Popolo della famiglia" e movimenti "pro life"? Ovviamente no, sia mai che si mettano apertamente a criticare qualcosa o qualcuno. Ma cosa pensano veramente i focolarini, dell'educazione sessuale? Che tipo di educazione vogliono proporre ai giovani e ai bambini, dove per "bambini" intendiamo anche quelli evangelici che stanno in focolare?
In merito Gordon Urquhat annota: “Sappiamo che Chiara Lubich era contrarissima all’idea di educazione sessuale dentro il movimento. Da una fonte molto affidabile sappiamo che quando la allora capozona della Germania (Trudi) ha suggerito corsi di educazione sessuale almeno per gli sposati del movimento negli anni Settanta, Chiara Lubich gli ha risposto: “Non hai capito niente? Mi stai dicendo come guidare il movimento? Sei licenziata come capozona.” Poco dopo, Trudi ha lasciato il movimento. Si vede che era una questione delicatissima per la Lubich. (Ferruccio Pinotti, testimonianza di Gordon Urquhart ne La setta divina, 2021)
E non avevamo dubbi; certo, potrete dirmi che Urquhart è uscito dal Movimento molti anni fa, e che nel frattempo le cose si sono evolute. Si sono evolute nel senso che i discorsi sono divenuti più complicati e contorti, ma la sostanza cambia pochissimo, come dimostra il memorabile "Gender" con Paola Binetti, Livia Turco, la Zanardo e la Notarfonso (mi scuso, ma non mi ricordo quale di quest'ultime stia scrivendo qui):
Nell’approccio del gender, il corpo è il veicolo di gratificazione, oggetto di profilassi igienica (si consideri l’insistenza su contraccezione e rischi legati ai rapporti sessuali), imperativo biologico (riprodursi anche fuori dalla coppia eterosessuale e persino da ogni legame), oppure maschera da indossare e ultima frontiera dell’identità, in funzione di supplenza (si pensi ai marcatori simbolici iscritti sulla superficie della pelle). Se il corpo è un accidente o un’appendice di sé, è chiaro che la differenza sessuale appare ininfluente, frutto dei condizionamenti sociali, diffusi e interiorizzati, che hanno diviso il mondo in registri opposti soffocando la libera espressione di sé. Nell’approccio personalista, invece, il corpo sessuato è considerato come essenziale e coestensivo della mia psiche e del mio intelletto, per cui il vissuto corporeo struttura la mia identità. Esso ha perciò una densità da decifrare dal punto di vista simbolico e relazionale: è centro di esperienza cui assegnare un senso personale ed è punto di avvistamento privilegiato dell’essere umano come appello all’altro. (…) Di più, la differenza sessuale non si riduce all’anatomia di un corpo, ma è spazio inviolabile e orizzonte di senso che si innalza all’incontro generativo tra maschio e femmina. Per questo può essere solamente donata. Quale di queste prospettive starà sullo sfondo dei programmi educativi?
Speriamo che sullo sfondo dei programmi educativi ci sia proprio "l'insistenza su contraccezione e rischi legati ai rapporti sessuali"; strana, vero? Cari focolarini, credetemi, se volete amare veramente il prossimo, lasciate perdere i discorsi fumosi sull'approccio personalista e insegnate alla gente come evitare di prendere l'Aids, o andrà a finire come a questo ex popo:
Ora che non viveva più a tempo pieno in un ambiente del movimento poté fare i suoi primi incontri sessuali. Il focolarino sacerdote che guidava la “zona” disse che gli incontri casuali potevano essere perdonati, ma che egli non avrebbe dovuto in nessun modo impegnarsi in un rapporto, poiché ciò avrebbe reso permanente il suo peccato. (…) Nonostante ogni tentativo e nonostante l’aiuto di un terapeuta, Valentino non riusciva a scrollarsi di dosso l’ossessione di queste parole né l’ordine di non allacciare alcuna relazione. L’unica alternativa era la promiscuità e così nel 1986 Valentino scoprì di essere sieropositivo.(Gordon Urquhart, Le armate del papa).
Questa è la santa ignoranza in cui si è formato Valentino, che poi è riuscito a gestire la sieropositività e sembra godere di buona salute. Peccato, perché nel Movimento dei Focolari c'è pure gente che è morta di Aids, una "partenza" all'altra vita logorante, dolorosa e per questo piena d'amore a Gesù Abbandonato (della pornografia della morte nel Movimento parleremo sicuramente un'altra volta). Ma meglio non fare educazione sessuale e scoprire cos'è un preservativo, giammai. Chiara Lubich lo sapeva, in che direzione dirigere il Movimento, e lo dico non in senso ironico.
Torniamo all'educazione sessuale focolarina in generale. Ora devo riassumervi alcuni principi, che si evincono già dal testo di "Gender", ma in modo molto complicato e fumoso. Imprimetevi gli insegnamenti nella mente:
- La "sessualità" e la "genitalità" sono due cose diverse: i focolarini si occupano solo della prima;
- La "sessualità" è la differenza tra uomo e donna, in tutte le sue manifestazioni, quindi non c'è spazio per qualunque dimensione che non sia eterosessuale;
- La genitalità interessa solo le coppie sposate nel Sacramento del matrimonio, quindi gli altri possono anche ignorarla completamente, o quasi;
- Le coppie sposate vivono l'insegnamento della Chiesa in modo "totalitario", quindi non hanno bisogno nemmeno loro dell'educazione sessuale intesa come contraccezione e come educazione di genere;
- L'educazione sessuale non compete alla scuola, che è "del mondo" e potenzialmente lontana da Dio, ma ai genitori, che però devono educare con l'esempio e non con le parole.
Chi lo dice che "sessualità" e "genitalità" non coincidono? E' un cavallo di battaglia su cui i focolarini insistono moltissimo. Nel Movimento dei Focolari alcune parole non vengono mai pronunciate in pubblico, e gli stessi genitori focolarini faticano a pronunciarle in famiglia. Ma se poi l'educazione sessuale fallisce, se i figli prendono delle strade non conformi, la colpa è loro.
Ora esamineremo, per chi avrà voglia di leggere il post un po' lungo, alcune delle fonti di questa dottrina.
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Questa è la situazione ideale in cui può svilupparsi l'educazione sessuale corretta: tutto bianco, come la neve |
AA VV, I giovani e il mondo d'oggi, Città Nuova 1971
Lo abbiamo già citato nel post "Uomini e donne", di cui ho condiviso il link qui sopra, dicendo che si tratta di una pubblicazione a cura di Peppuccio Zanghì. L'avrà letta solo lui? Verrebbe voglia di sperare di sì, ma è comunque significativa per comprendere il livello di divulgazione che si è affermato nel Movimento.
La raccolta di saggi inizia con questa premessa:
E’ per questo che abbiamo voluto chiedere a dei giovani che cosa pensino loro di certi problemi d’oggi. Non che cosa noi pensiamo che loro pensino: ma che cosa loro pensano. Le loro risposte sono gli articoli che pubblichiamo. Certamente che non potranno non risentire, alcuni, del fatto che sono scritti di giovani- dunque con un sottofondo scientifico e pensato non del tutto maturo. Ma è proprio questa la caratteristica dei giovani.
Ma figuriamoci, se vi aspettate degli scritti spontanei di giovani siete nella direzione opposta. Gli "articoli" sono pomposi e con un chiaro stile apologetico da adulti. L'ultimo è "Giovani e sesso", firmato da Gabriella Bruno. Effettivamente c'è stata una Gabriella Bruno, nelle fila delle gen dell'epoca, ma di lei, se si tratta della stessa persona, non sappiamo null'altro.
La teoria di Freud che, se ha avuto il gran merito di mettere in evidenza che l’uomo è una realtà sessuata ed ha eliminato tabù e vergogne inutili (e di questo gliene siamo grati) ha avuto, però, il demerito di vedere tutto in funzione della sola sessualità…
Oltre a Le Moal, verranno citati anche la psicologa Odile Levassort, il dottor Bonomi, Masellis e la signora Crivelli. Sì, lo so, sembrano i personaggi di "Cluedo", ma la signora Crivelli, precisiamo, almeno era la presidente di un'Associazione genitori. Tutta gente importante per la Bruno, ma Le Moal la fa da padrone, e lo cita a piene mani.
Ho notato che può facilmente nascere confusione tra sessualità e genitalità, due parole che hanno, in realtà, un significato ben diverso.
“Fare di un ragazzo un uomo e di una ragazza una donna significa fare un’educazione sessuale. Insegnare ad un ragazzo o ad una ragazza cos’è il rapporto sessuale significa fare un’educazione genitale.” (Le Moal)
Ditemi che non è vero... Ma temo di avere finalmente capito. Spiegare ad un ragazzo cos'è il rapporto sessuale, anche se con l'intento puramente scientifico di informarlo, significa fargli immaginare il rapporto sessuale nella sua mente... E quindi sta facendo sesso con il pensiero, sta già peccando. Se parli di sesso, lo immagini, e anche i pensieri impuri rientrano nel sesto comandamento. C'è differenza tra immaginare una cosa e farla? Non ha nessuna importanza: arriva il diavolo e ti fa venire voglia di provarci, ora che hai scoperto "come si fa". Non si può desiderare, invece, ciò che non si conosce.
La sessualità comprende in sé due
momenti: uno detto di autoerotismo (che comincia con i primi mesi di vita e si
conclude con i primi mesi della pubertà), durante il quale il bambino impara a
conoscere il suo corpo e scopre di essere diverso dall’altro sesso; il secondo
è detto di eteroerotismo (che comincia dalla pubertà per continuare, poi, tutta
la vita), durante il quale il ragazzo, conosciuto il suo corpo e se stesso,
sente l’attrazione verso l’altro sesso e tende ad esso.
A voi risulta che sia così? Mah, sinceramente non ho mai trovato altrove una simile teoria. In sostanza, gli adulti non si masturbano più, oppure hanno qualche grave problema, e i bambini non cercano il "fidanzatino/a", non fanno le famose "pagliacciate".
La sessualità portata fino al suo
termine include il bambino. Quindi la sessualità non è un problema a due ma a
tre: padre-madre-bambino. La venuta del bambino dà ai genitori l’occasione di
rompere definitivamente l’egocentrismo possessivo e di raggiungere veramente la
loro maturità affettiva: il senso dell’altro che si era cristallizzato nella
vita di coppia passa ad essere senso “degli altri”.
Questa è spettacolare. Mi immagino il bambino infilato nel lettone, tra i due sventurati genitori, che non possono più dedicarsi all'egoismo e diventano finalmente maturi: non fare più sesso e dedicarsi ai pianti estenuanti della creatura. Sarà contento il figlio di sapere che lui è il completamento della sessualità dei suoi genitori, inglobato nella loro coppia come in una trinità; Norman Bates di "Psycho" si sarà attaccato alla madre per molto meno.
“La grande lacuna dell’educazione, detta comunemente sessuale, è di essere unicamente genitale. L’adolescente rischia allora di credere che l’amore si riduca al rapporto sessuale; oppure si spaventa di sentire dentro di sé questa apparente incompatibilità di un sentimento strano, dolce e puro, con delle immagini genitali e delle reazioni genitali riflesse. Sopraffatto da un’educazione ipocrita, da idee preconcette sfavorevoli al carnale, il nostro soggetto rischia di cadere nell’angelismo con tanta più forza quanto più è delicato nell’anima: lo ritroveremo alle prese con la masturbazione, l’omosessualità, la frigidità. (…) Angosce, torture morali, perversioni, insoddisfazioni, complicate dal divorzio e dall’adulterio, potrebbero essere evitate se l’educazione sessuale e genitale fosse fatta, ben fatta.”
Ed ecco che, giustamente, Le Moal passa ad attaccare tutti coloro che pensano male del sesso e hanno paura di farlo, colpevoli di "angelismo", masturbazione, omosessualità e frigidità, cose completamente diverse tra loro e buttate in una mischia indifferenziata. Non si sa perché la gente idealista, di animo delicato, dovrebbe inorridire alla scoperta degli organi genitali; magari perché i tuoi simili, Le Moal, glieli presentano come sporchi e pericolosi?
Films, cartelloni pubblicitari,
televisione, libri, tutto oggi è fortemente impregnato di erotismo. Qui vorrei
fare una precisazione, estremamente importante, vorrei dire, cioè, che
l’erotismo non è altro che una degradazione della sessualità (…) L’erotismo è
svuotare la sessualità del suo significato più profondo, ridurla a sensualità,
cioè alla ricerca del senso fine a se stesso, è spogliare l’uomo della sua
dignità e riportarlo allo stadio animale.
Ci aveva avvisato Peppuccio che questi giovani erano un po' ignorantelli, ma la Bruno crede addirittura che essere animali sia uno "stadio", e non ha realizzato che l'uomo è proprio un animale. Crederà, come al solito, "Che siamo angeli caduti in terra dall'eterno senza più memoria: per secoli, per secoli fino a completa guarigione" (questo è Franco Battiato, mica il papa).
"Oggi" circola l'erotismo? L'erotismo esiste dalla notte dei tempi, ma film e cartelloni pubblicitari sono la grande passione della cara leader Chiara Lubich (insieme al ballo scorretto), inoltre rientra nelle tesi di Peppuccio dimostrare che il consumismo è la causa di ogni male della società moderna, quindi l'erotismo è una forma di mercificazione (su questo ha ragione, sia chiaro).
Altra parte notevole è l'approfondimento sui "rapporti prematrimoniali", che rivestono la stessa criticità della pornografia. Tenete presente una cosa: non esiste la più pallida idea che due adulti convivano stabilmente al di fuori del matrimonio, si fa l'amore in camporella, di nascosto dai genitori, appartandosi magari in auto e rischiando di essere uccisi dal mostro di Firenze.
Quando “l’amore fisico è
dissociato dalla vita quotidiana, totalmente condivisa, non serve ad
approfondire la reciproca conoscenza. La passione e la fretta non favoriscono,
ma senz’altro ostacolano la conoscenza (Odile Levassort, psicologa e dottoressa
francese). Le esperienze prematrimoniali
lasciano dei traumi profondi soprattutto nella ragazza, in cui, dice la
psicologa Odile Levassort, “L’ansia derivante dalla paura del concepimento e di
tutte le conseguenze inerenti alla nascita del bambino, lascia profonde tracce
nella psiche, rovinandole il presente e ripercuotendosi negativamente sul
futuro. E l’uso dei contraccettivi non riesce ad eliminare completamente questa
insicurezza fondamentale”.
Il dottor Bonomi, in
un’intervista, afferma che “La carne ricorda, cioè un’esperienza
prematrimoniale (piacevole o disgustosa che sia stata) riaffiorerà
pericolosamente come immagine e misura in ogni futuro rapporto sessuale,
minando così seriamente la serenità di un prossimo matrimonio. Sul trauma
psicologico che un rapporto prematrimoniale può provocare, sul giovane, ma
soprattutto sulla ragazza, sentiamo cosa dice Don Picchi, quel sacerdote
italiano che ha organizzato un’équipe antidroga, la quale riceve ogni giorno
telefonate di giovani drogati che chiedono aiuto per essere salvati: “Le poche
ragazze che ci telefonano, in genere, hanno cominciato a prendere la droga per
un trauma fisico e psichico, in seguito al primo rapporto sessuale.” E’
sconcertante, eppure è la realtà!
E concludiamo, come si diceva, colpevolizzando i genitori, se non sapranno fare il capolavoro di educare in modo sessuofobo senza generare figli sessuofobi. Un triplo salto mortale carpiato, ma tanto Peppuccio non ha figli, è un focolarino.
“L’educazione sessuale fatta bene” dice Masellis “Presuppone una sessualità vissuta bene dai genitori. (…) Un individuo per il quale la sessualità non è un tabù, ma una cosa naturale, un dono di Dio; un individuo che ha accettato senza forti conflitti psichici il suo ruolo sessuale, che ha acquistato una serena visione morale della questione e che ha possibilmente (questo sarebbe l’ideale) anche una visione religiosa della propria sessualità, personalmente è un individuo armonico e, indipendentemente dalla sua cultura, è in grado di dare una buona educazione sessuale, almeno a fatti, se non a spiegazioni logiche o a discorsi scientifici, i quali potranno semmai venir dopo.
Se due persone vivono la propria sessualità coniugale armonicamente, il figlio non sarà mai quell’”incidente”, che capita nel periodo più imprevisto o meno desiderato o la cui comparsa è sentita come un impaccio, addirittura come una malattia.
E qui si solleva un velo su un reale problema della comunità focolarina: le molte gravidanze inattese, dovute al mancato uso della contraccezione e ad una presunta affidabilità dei metodi naturali.
Dice la signora Crivelli, membro dell’Associazione Italiana Genitori (A.ge): “Il modo migliore per educare un figlio è quello di amarsi veramente tra mamma e papà. Meglio si amano i due, meglio si educano sessualmente i bambini a diventare uomini e donne. Insomma l’amore coniugale è il primo dovere per educare i figli”.
L'amore coniugale è un dovere, quindi se non vi amate più vergognatevi. Concludiamo in bellezza con i due genitori che sono ripiegati su se stessi, non sessualmente, ma dialetticamente: si amano tra loro, e il figlio sta a guardarli. Non esiste un'educazione sessuale specifica, in cui i due genitori si rivolgono al figlio e mettono al centro del messaggio lui e il SUO futuro benessere sessuale. D'altra parte, cos'ha da fare, questo figlio, nella vita? La stessa cosa che hanno fatto loro: sposarsi e generare altri figli.
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Qualcuno potrebbe spiegarmi perché NON HANNO LA FACCIA? |
Don Gino Rocca, Coscienza, libertà e morale. Risposte ai giovani e agli educatori, Città Nuova 1990, "Con approvazione ecclesiastica"
Le pubblicazioni dimenticate di Peppuccio cedono il posto ad un'opera iconica. Un best seller, che è ancora in vendita, almeno usato, e che vi consiglio di procurarvi, se volete possedere una vera "Biblioteca carismatica focolarina". Gordon Urquhart lo ha letto ai suoi tempi, e già gli allora gli era sembrato estremamente arretrato in confronto alle teorie scientifiche in circolazione; ma non importa, Città Nuova lo ha ristampato nel Duemila, anche se non so dirvi se abbiano operato delle (provvidenziali) modifiche al testo. Io e Marfisa siamo affezionat*, alla prima edizione, rivoluzionaria anche per la veste grafica dall'abbinamento shocking.
Corredato da una prefazione di Michel Vandeleene, il libro non parte dall'educazione sessuale, ma ci arriva con il presente scopo:
Come conciliare i rigori della legge con le spesso contraddittorie situazioni dell’esistenza? Come scoprire l’amore fondante sotto l’apparente freddezza dei precetti morali?
Insomma, difendiamo la povera morale cattolica dal bullismo della gente, che la critica. Il testo consiste nella consueta raccolta di domande e risposte ai lettori (non si sa quanto inventate), in una rubrica curata da Don Gino Rocca su Città Nuova.
C'è da dire che
Don Gino è una figura molto amata nel Movimento, per la sua personalità gentile e caritatevole e per la sua fragilità fisica (era non vedente); questo ha contribuito ad ammantare di autorevolezza i suoi discorsi, unito al fatto che era il più stretto consulente di Chiara Lubich nella stesura della Parole di Vita (le scriveva lui, in sostanza).
A leggere l'indice, "Coscienza e morale" appare a noi miscredenti un possibile Premio Pulitzer; sì, ma per i livelli di trash. La prima parte è dedicata a "Questioni generali", otto capitoli su “Coscienza
morale e autorità”, cinque su “Il peccato”, cinque su “La confessione”. Inizia
poi la seconda parte, “Alcune questioni particolari”: "Pudore ed erotismo", tre capitoli; "Adulterio, autoerotismo, omosessualità": tutti insieme, concentrati in dieci capitoli; "Rapporti prematrimoniali": quindici capitoli. Alcuni titoletti dei capitoli sono meravigliosi, da "Confessione o psicanalisi?" a "Omosessuale inguaribile. Colpevole o no?" (anche di questo riparleremo, ve lo prometto), fino a "Perché 5 minuti prima sono illeciti?", estrema provocazione tirata a Don Gino rispetto ai rapporti prematrimoniali. Lui risponde sempre garbato, un po' ripetitivo, ma autorevole ed esaustivo, niente a che vedere con le sparate dei molti "esperti" che abbiamo letto finora.
Ma, addentrandoci nel contenuto, "Coscienza e morale" non è trash e non fa ridere per nulla. L'argomentazione è implacabile e sottilmente velenosa: quella che Don Gino ci sta proponendo è la reale morale della Chiesa cattolica, o è piuttosto la personalissima rivisitazione dei focolarini? Inoltre, Don Gino ci mostra a volte il "dietro alle quinte" della morale cattolica: è vero, certi peccati in realtà non sono nulla di che (ed infatti incita i lettori a non colpevolizzarsi più di tanto), però li manteniamo, e ripetiamo che sono gravi, per tenere le persone legate alla Chiesa. Per non mollare la presa su di loro.
Per darvi l'idea della cosa, vi pubblico una piccola antologia:
Oggi, mi sembra sia questa la
tesi che sostiene il prof. G. Zanghì nell’articolo in questione. Egli vuole
appunto dimostrare che la ragione umana da sola non può costituire l’ultimo
fondamento della moralità. Tale fondamento deve essere ricercato necessariamente
in Dio. Soltanto la Sua Parola può costituire il punto di riferimento
incrollabile e immutabile delle nostre azioni. La ragione, sganciata da Dio,
anche quando è sorretta dalla buona volontà, è sempre esposta al pericolo della
frammentarietà, dell’instabilità e dello smarrimento. E’ quanto viene
confermato dall’esperienza. Quando prescinde da Dio e dalla sua rivelazione, è
inevitabile che a lungo andare il pensiero dell’uomo vada soggetto ad un, sia
pur lento, progressivo slittamento verso criteri morali sempre più soggettivi,
relativistici e permissivi. Così possiamo spiegarci perché tanti rappresentanti
del pensiero laico contemporaneo si rivelino spesso incapaci di riconoscere
valori morali che sembrano di per sé evidenti. Mi riferisco al rispetto per la
vita umana, al concetto di libertà e alla sua educazione, ai cosiddetti
“diritti civili”, ecc.
Figuratevi cosa può valere un esperto che mette piede in una scuola ed inizia a fare educazione sessuale, se queste sono le premesse che Don Gino imprime nei suoi lettori. Avrà sicuramente un approccio laico, ma persone non credenti non possono avere una morale attendibile, lo garantisce il prof. Zanghì. Interessante la seconda parte del discorso: e se la religione fosse come la droga? Te ne allontani, e allora l'effetto della dipendenza passa, e quei "valori morali" ti sembrano meno "evidenti"... perché non lo sono affatto? Perché ti sembrano tali solo se sei sotto l'influsso del condizionamento?
Il pudore scaturisce appunto dal
fatto che l’uomo è uno spirito incarnato. Esiste in noi, in quanto ci sentiamo
spirito, ed agisce come istinto che tende a far valere l’emergenza dello
spirito sul corpo, a difenderne i valori contro le insidie e gli attacchi della
sensualità in generale, soprattutto nelle sue smodatezze. E, ovviamente, si
preoccupa non soltanto del nostro equilibrio interiore, ma anche di quello
degli altri.
Ecco che compare la natura gnostica del messaggio focolarino: l'uomo "spirito incarnato", che deve lottare contro l'emergere dell'istinto animale.
Come qualsiasi peccato, anche il
peccato contro la purezza è un atto di violenza, o quanto meno una mancanza di
rispetto verso la natura, la verità, la bellezza dei doni che l’amore di Dio ci
ha elargito. (…) Per cui, ad esempio, se i due coniugi si uniscono in modo
diverso (interrompendo l’atto, usando i contraccettivi o ricorrendo a certe
forme strane suggerite dalla follia dell’istinto), oppure una persona cerca la
soddisfazione sessuale mediante il rapporto con un partner dello stesso sesso,
o in modo solitario, ricorrendo all’autoeccitazione, ecc., si avrà il peccato
impuro contro natura.
L’istinto sessuale indubbiamente
è uno dei più forti e difficili da umanizzare. E questo spiega la facilità con
cui si può cadere.
L’amore coniugale, vissuto nel
rispetto del comandamento di Dio, rappresenta il criterio e l’unità di misura
per valutare qualsiasi comportamento dell’uomo in campo sessuale.
Va da sé che prima del matrimonio
non possono trovare posto nemmeno certe intimità e confidenze sessuali
(toccamenti intimi, ecc.), in quanto per loro natura conducono al rapporto
completo.
Quando i lettori sembrano trovare eccessiva la severità della Chiesa su certe manifestazioni fisiche, ecco che Don Gino tira fuori l'esclusività del Vangelo, una presunta proposta, da parte di Gesù, di un cammino di "perfezione" estremo, che fa pensare, piuttosto, alla proposta di Chiara Lubich:
(…) Ora, è un imperativo morale fondamentale, per il cristiano, tendere alla perfezione. Siamo chiamati da Gesù non già a realizzare dei mediocri compromessi, ma a crescere sempre più nel vero amore.
La nostra vocazione di cristiani
è di costruire una società nuova, una società non più fondata sull’egoismo, sul
piacere, sulla violenza, sul compromesso, sul conformismo, ma sulla legge
dell’amore evangelico: la legge dell’”uomo nuovo”, che è rinuncia a se stessi
per realizzare il progetto di Dio sull’umanità. La famiglia è la cellula-base
da cui dipende tutto il resto. Gesù ci chiama a costruire delle famiglie
fondate appunto su questo amore che viene da lui per porre le basi di questa
società nuova. I rapporti prematrimoniali, per quanto siano ritenuti maturi,
non sono sulla linea di questo amore che abbiamo appena descritto.
Ed ecco i famosi cinque minuti, ed i cinque minuti per poco non vengono al pur paziente Don Gino. Ne va della credibilità della Chiesa!
Perché mai- ci chiedono tanti
giovani- cinque minuti prima di celebrare le nozze i rapporti intimi non sono permessi, mentre dopo diventano leciti?
In effetti, sarebbero i due sposi i ministri del sacramento, ma non si può mettere in discussione il ruolo della Chiesa, e allora ecco che Don Gino pone l'enfasi sulla Grazia:
Gesù accompagna la nuova vita
della coppia, che comincia a partire da questo “sì”, con una grazia
particolare, la quale ha precisamente il compito di santificare i loro amore,
cioè di renderlo capace di una donazione sempre più pura verso il coniuge ed i
figli. La grazia del matrimonio, con le esigenze e le capacità che essa crea
(se si è coscienti), colloca gli atti della vita coniugale su un piano
totalmente nuovo rispetto al periodo precedente. Per cui il “sì” pronunciato
davanti alla Chiesa segna realmente l’inizio di uno stato e di una missione
nuovi.
E così finiamo nel solito Gesù esoterico, quello che fa le "magie", i patti d'amore con Chiara; il sacerdote ha pronunciato le formule ed è avvenuto l'incantesimo della grazia, il matrimonio andrà a gonfie vele, garantito. Finalmente si possono fare determinate cose.
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Mi sa che questa purezza ha abbacinato un po' troppo |
Maria e Raimondo Scotto,
sessualità e tenerezza- collana Passaparola, 2010
Con lo svilupparsi delle scienze
umane (psicologia, antropologia, medicina, ecc.) è venuto in
evidenza che l’essere umano è un’unità inscindibile di corpo e anima, per cui
queste due realtà sono chiamate ad essere in armonia tra loro, non in
contrapposizione.
Davvero? Siamo fatti di corpo e anima, non più in contrapposizione? Ma allora le cose sono cambiate anche nei Focolari, rispetto allo "spirito incarnato" di Don Gino, e finalmente gli Scotto ce lo testimoniano, nell'ennesima collana dedicata alle famiglie, secondo i voleri di Chiara Lubich. Siamo nel 2010, ma nell'esposizione si snoda la solita sequela di disgrazie dovute al consumismo e alla liberazione sessuale.
Più che di liberazione allora si
potrebbe parlare di liberalizzazione sessuale. Tra l’altro c’è stata l’inattesa
comparsa di nuove patologie (tra cui la riduzione del desiderio, la dipendenza
sessuale, la diffusione delle malattie infettive legate al sesso…)
Le malattie infettive legate al sesso esistono dalla notte dei tempi, ma i focolarini le hanno scoperte ora, dato che prima erano confinate nel "reparto della sifilide" dell'Ospedale Santa Chiara di Trento. Ma non è questa la più grande preoccupazione di Raimondo e Maria Scotto: la loro principale preoccupazione, come divulgatori dell'educazione sessuale, è la riduzione del desiderio. Sembra che ricevano lettere, per la maggior parte dei casi, di persone che si sforzano di avere rapporti controvoglia. Forse il pubblico di lettori è mirato, forse si tratta di coloro che sono stati formati da Le Moal, da Peppuccio, dalle dimostrazioni di Don Gino, e che probabilmente si sono ritrovati in matrimoni affrettati, se non combinati da autorevoli persone del Movimento, sentendo la pressione ad "aprirsi all'altro" per procreare i figli e senza nessuna educazione sessuale concreta alle spalle. Questa volta pubblico le domande, anziché le risposte:
Giovanna e Marco sono stati fidanzati per circa sei anni. Dopo i primi mesi, senza porsi troppe domande, hanno cominciato ad avere dei rapporti sessuali con una certa regolarità, soprattutto perché le richieste di Marco erano diventate sempre più insistenti. Si sono sposati, ancora profondamente innamorati l’uno dell’altro e l’armonia sessuale presente tra loro li ha aiutati nei primi mesi di matrimonio. Dopo questo primo periodo, però, hanno cominciato a scontrarsi con le loro marcate differenze (lei molto sensibile, emotiva; lui razionale, molto distaccato), dapprima in maniera larvata, poi sempre più evidente, per cui sono iniziati i primi scontri, i mugugni, le liti. Anche la vita sessuale non andava più bene, soprattutto Giovanna aveva l’impressione di non desiderare più il marito e Marco tante volte collegava le loro difficoltà proprio con questo rifiuto della moglie…
(Questa testimonianza è un bignami di tutte le tematiche care agli Scotto, come potete leggere in
"Uomini e donne")
Tempo fa ci è giunta una lettera; tra l’altro, c’era scritto “Pochi giorni fa lui è caduto perché la sua vista è peggiorata e ha vari acciacchi, ma ancora pretende da me carezze e baci come un bambino.” Firmato: “Una moglie stanca di Perugia”.
La moglie stanca di Perugia provoca un sussulto di indignazione negli Scotto, che la invitano a vergognarsi un pochettino a trattare così il povero marito anziano, che osa "ancora" pretendere della fisicità; ricordiamoci che i focolarini sposati, quelli doc, smettono di avere effusioni fisiche il prima possibile, e la considerano una forma di "castità matrimoniale". Forse è meglio correre ai ripari, si saranno detti i nostri divulgatori, forse abbiamo generato dei mostri.
Racconta Giuliana, che viene dal
Brasile: “(…) Sono cresciuta con un vuoto d’amore incolmabile. Quando mi sono
avvicinata al mio attuale marito, volevo ricevere amore, ero assetata d’amore,
lo pretendevo. Più le mie pretese crescevano, più lui si allontanava da me.
Anche la nostra vita intima non funzionava, mi concedevo, ma senza entusiasmo e
solo per tenerlo legato a me.”
Giuliana vuole amore, ma non quello fisico, quello serve solo a tenere stretto il marito, non è un'espressione dell'amore. Amarsi sembra quasi una prostituzione, o peggio ancora un abuso o, comunque, tristezza tra le lenzuola. L'amore vero è disponibile da ben altre parti... Indovinate dove! E infatti Giuliana e il marito si riaggiustano dopo avere conosciuto l'Ideale.
Raimondo e Maria Scotto devono avere il polso della situazione, perché si sono inventati anche questa:
l'orgasmo del cuore. Volete mettere, con il volgarissimo orgasmo degli organi genitali, ormai passato di moda? L'orgasmo del cuore è garantito! Potrebbero insegnare questo, nelle scuole... Ah no, è solamente per coniugi. I ragazzi lasciamoli andare a scuola a seguire il programma ministeriale, e che Dio gliela mandi buona.
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Per favore, niente insulti. Sono bene accette le testimonianze di ogni tipo e le critiche, ma cerchiamo di ispirarci al Manifesto della comunicazione non ostile