E parliamo di Carlo Acutis

 Tranquilli che parleremo anche di Focolarini...


Non avevo voglia di pubblicare questo post: sono un po' demotivata, ogni volta che parliamo di ragazzi e famiglie, e delle loro vite nel mondo cattolico, ho l'impressione di suscitare uno scarso interesse. Quando volano gli stracci con Chiara Lubich, manco a dirlo, le visualizzazioni decollano, probabilmente perché è facile prendere le distanze da lei, meno dalle situazioni che ha lasciato in sospeso. Però ho deciso di scrivere per me, per il mio desiderio di esprimermi.

Questa è la storia di uno di noi: Carlo Acutis, un ragazzo proclamato beato all'età di 15 anni, il 7 settembre 2025. Anche lui nato per caso in mezzo ai movimenti? Non proprio: secondo quanto racconta la sua mamma, Antonia Salzano, è stato Carlo ad avvicinarli spontaneamente alla religione; però ha frequentato delle scuole cattoliche, e lì ha fatto gli incontri che hanno condizionato, inevitabilmente, la sua vita.

Altri giovani sono stati e saranno proposti dalla Chiesa al popolo di Dio: Maria Goretti, beato Piergiorgio Frassati e molti altri. Nessuno di loro è un teologo, ma hanno saputo trarre dal rapporto con l’Eucaristia e con la Beata Vergine Maria la forza di testimoniare la loro fede. Tra loro sarà annoverato anche il giovane Acutis. (Padre Arturo Erberti, Consultore Teologo del Dicastero delle Cause dei Santi)

Ecco perché ho il desiderio di esprimermi. Vorrei che fosse molto chiaro: il mio focus non è sul fatto che i bambini e i ragazzi possano essere santi, ma su un capovolgimento della narrativa. Non se i ragazzi siano all'altezza della santità, ma SE LA SANTITA' SIA ALL'ALTEZZA DEI RAGAZZI. Dove per santità intendiamo, naturalmente, la proposta che riserva loro la Chiesa cattolica e, soprattutto, l'utilizzo che essa fa delle loro energie. 
E' stata, la Chiesa cattolica, all'altezza di Maria Goretti? Direi proprio di no, ed è notevole che padre Erberti abbia ancora il coraggio di tirare fuori il suo caso triste e vergognoso. E' stata all'altezza di Domenico Savio? Non lo cito a caso, perché Carlo Acutis, a dispetto del suo slogan "Tutti nasciamo originali, molti moriamo fotocopie" rischia proprio di essere proposto ai giovani come una fotocopia del famoso alunno di Don Bosco, un Domenico Savio 2.0. E sarà la Chiesa cattolica all'altezza di Carlo?
Dell'uso dei bambini e degli adolescenti per fare propaganda abbiamo parlato proprio qui, nel caso specifico dei Focolari


Mi ha incuriosito il fatto che Carlo Acutis sia stato inserito nelle proposte di "Giovani e Santità" del Movimento dei Focolari. In genere i nostri sono molto esclusivi, come sappiamo, inoltre nelle due forme di culto ci sono delle differenze.
Come abbiamo visto in "Pornografia della morte", i Focolari tendono a dematerializzare il corpo, riducendo quasi la personalità del defunto ad un'astrazione, qual è la sua Parola di Vita, la fotografia della sua faccia sorridente, in uno sfondo del tutto asettico. Nel caso di Carlo, invece, l'esposizione del corpo imbalsamato, del cuore conservato in una teca, addirittura con la presenza di una webcam ad osservare in tempo reale la tomba, hanno suscitato notevoli polemiche per il cattivo gusto e la mancanza di rispetto. E non è mancato nemmeno il tentativo di trafficare le reliquie, roba "da Medio Evo": tutto ciò è pensato per attrarre i ragazzi di oggi? No, anche se va detto che i ragazzi la potrebbero trovare "una figata horror", esattamente come i miracoli che piacevano a Carlo, di cui parleremo dopo.
Va anche detto che i Focolari, con una certa scaltrezza, tengono una notevole collezione di bambini santi, e una preoccupante tendenza ad utilizzare la "santità" come sinonimo di "protagonismo" per conquistare gli adolescenti; ma quando si tratta di proporre qualcuno alla canonizzazione, generalmente, lo fanno con figure di ragazzi maggiorenni. Carlo, invece, muore a quindici anni, quindi ci troviamo davvero di fronte ad una personalità molto acerba, in una fascia di età delicata, e verrebbe da chiedersi, ancora una volta: è il caso di vincolare i bambini alla vita di fede? I loro entusiasmi per la religione non sono, piuttosto, un "gioco" provocato dall'imitazione degli adulti? E' anche vero che Carlo sembrerebbe essersi proposto alla santità da solo, si è fatto avanti, ma è comunque capitato tra le mani di qualcuno, la manipolazione c'è stata di sicuro. 

Chissà se i giovani in questione — Paolo, Carlo, Alberto e quelli che vogliono portare sugli altari e che ancora non conosco — chissà se avessero potuto crescere e proseguire l’esperienza del Movimento... chissà se prima o poi si sarebbero ribellati com’è successo a me e a tutti noi? Chissà se, data la loro onestà intellettuale, ne avrebbero preso le distanze, passando magari a una fede più matura? In fondo, loro hanno vissuto solo la prima parte della vita del Focolare, quella che ha affascinato tutti noi. A tutti loro è stato risparmiato il seguito. 


I CATTIVI MAESTRI

Sarà stato lui?


Qualche mese fa, a sorpresa, si alza un polverone, una vera discussione teologica intorno alla beatificazione di Carlo. Andrea Grillo, docente di Teologia dei sacramenti, pubblica una serie di articoli sulla devozione eucaristica di Acutis e sul suo sito web sui miracoli eucaristici. Da quanto ho capito, Carlo amava l'informatica ed aveva realizzato come compito per scuola alcuni siti, che dopo la sua morte sono assurti a documento della santità e sono stati trasformati in una mostra. Ho parlato di "siti" perché, in realtà, Carlo si è appassionato non solo all'Eucarestia ma anche a "Gli appelli della Madonna, apparizioni e santuari mariani nel mondo", "Angeli e demoni", "Inferno, Purgatorio e Paradiso".
Chissà se i genitori gli avevano dato il permesso di vedere il film "Angeli e demoni": sicuramente il personaggio del camerlengo, interpretato in modo supertrash da Evan McGregor, sarebbe risultato una figata horror e avrebbe potuto fungere da cattivo maestro per Carlo e gli altri Millennials. E chissà cos'avrebbe detto Carlo se avesse potuto inserire in "Inferno, Purgatorio e Paradiso".... Eddai, lo stavate aspettando, il nostro inestimabile "Paradiso '49". Ma mi sa che i Millennials lo avrebbero giudicato piuttosto noioso e concettuale, con tutti quei trip di Chiara e Chiaretto. Meglio le visioni splatter della gente che soffre in mezzo al fuoco, a quindici anni sei attratto da quello. Sì, perché c'è il colpo di scena: altro che modello di santità, Carlo ha avuto dei cattivi maestri ed è un esempio di mala educazione. Addirittura!

“Come è possibile che un giovane beato possa comunicare una teologia eucaristica così vecchia, così pesante, ossessiva, concentrata sull’inessenziale e tanto trascurata invece sulle cose decisive? Come è possibile che tutto il cammino che la Chiesa ha fatto negli ultimi 70 anni, sul piano della comprensione del valore ecclesiale della eucaristia e della sua celebrazione, sia stato comunicato, in modo così distorto al giovane ardente comunicatore, tanto da suggerirgli una comprensione tanto lacunosa, tanto difettosa, tanto unilaterale? Chi lo ha assecondato in questo interesse per i “miracoli”, trascurando il vero miracolo?" (...) La sezione dedicata ai miracoli eucaristici è davvero singolare. Forse è la più chiara attestazione della distorsione di sguardo e di visuale che è stata forse suggerita inavvertitamente a Carlo, o che più probabilmente è stata rielaborata maldestramente e poi imposta su di lui, da cattivi maestri. Dai quali Carlo avrebbe dovuto essere difeso e non consegnato nelle mani. (...) La maleducazione eucaristica non è un problema del giovane Carlo, la cui vita breve porta pur sempre con sé una luce. Il problema non riguarda l’ adolescente, ma gli adulti che gli hanno messo in bocca queste parole, queste immagini, queste ricostruzioni, questi interessi non equilibrati e poco sani. (Andrea Grillo, Il giovane Carlo Acutis e la maleducazione eucaristica, Munera 17/06/2025) 

Non è nel mio interesse approfondire la questione della devozione eucaristica, sulla quale Grillo si divulgherà; la sostanza del suo discorso è che in giro c'è ben di meglio rispetto alla religione in cui Carlo è stato allevato. I miracoli eucaristici, le visioni dell'inferno e del paradiso, sono "l'inessenziale" della fede, si rifanno ad una concezione magica dalla quale sfugge il significato più profondo dell'esperienza cristiana. Se li sommiamo all'esposizione del corpo come una reliquia, l'impressione è proprio quella di ritornare indietro ad un cattolicesimo di secoli fa, quello dei suoi periodi più oscuri. E tutto questo dovrebbe essere proposto ai ragazzini?

Ci sono passi della sua biografia ufficiale che sembrano una caricatura. Viene raccontata la sua vita in modo spaventoso, perché l’esperienza di un ragazzo di fine anni Novanta e primi anni Duemila, un minorenne, viene letta utilizzando categorie di cento, trecento, cinquecento anni prima". Inoltre, è "ovvio che le frasi di Carlo appartengono a un ragazzino di tredici anni, ma non possono essere usate come modello per gli adulti: nascere originali e morire fotocopie non è una grande intuizione. In realtà noi nasciamo tutti uguali e, nel corso della vita, diventiamo originali. Anche "non io ma Dio" non mi sembra una frase degna di essere inserita tra le parole ispiratrici di un santo", insiste il teologo. (www.fanpage.it/milano/carlo-acutis-sara-santo-il-teologo-grillo-scelta-frettolosa-passi-della-biografia-sembrano-una-caricatura/)

A noi "Non io, ma Dio", rievoca insane vibrazioni da "farsi nulla" e infestazioni del "divino che penetra nell'umano", come raccontiamo sempre in Chiara Lubich.  Ma anche il racconto di un Carlo che ammonisce i compagni contro i pericoli della pornografia (che ormai è tutta online, e lui il patrono degli informatici) suona molto come fotocopia degli atteggiamenti di Domenico Savio, autore di slogan come "La morte, ma non il peccato". 
Ma la domanda che mi pongo è: chi sono i cattivi maestri di Carlo? Parliamo addirittura di "maleducazione eucaristica", un'accusa pesantissima considerando la leggera suscettibilità del mondo cattolico, dove chiunque abbia una piccola patente di "maestro" pretende di essere venerato come un'autorità inconfutabile. E infatti Grillo rischia di subire una vera e propria shitstorm, a causa delle critiche che ha sollevato; ma né lui, né nessun altro avanzano i nomi dei maestri. Noi gen abbiamo ricevuto una maleducazione focolarina? Di sicuro, ma almeno sappiano chi ringraziare, qui le cose restano vaghe ed indefinite: Carlo ha frequentato una parrocchia, delle scuole cattoliche, ma chi ha intercettato, per sviluppare un pensiero così preciso? 

In compenso di maleducati eucaristici ne spuntano fuori parecchi: grazie alla querelle ho potuto conoscere una nuova, nutritissima community, i VO. VO sta per "Vetus Ordo", "Quella forma della celebrazione eucaristica del rito romano che segue il Messale Romano promulgato da papa Pio V nel 1570 a richiesta del Concilio di Trento, che trasmette la liturgia in uso a Roma, il cui nucleo risale al III-IV secolo. Fu mantenuta, con modifiche minori, nelle edizioni successive del Messale Romano fino a quella promulgata da papa Giovanni XXIII nel 1962, precedente alla revisione ordinata dal Concilio Vaticano II" (da Wikipedia
I VO nutrono tre grandi, radicate passioni: dire messa in latino com'era prima del Vaticano II, discutere delle elezioni dei papi e fare hate speech sui social. Le elezioni dei papi vanno vagliate con attenzione, verbali alla mano: casualmente vengono sempre eletti in modo irregolare quelli che stanno antipatici a loro, e quindi le disposizioni dei suddetti antipapi non sono da rispettare. L'hate speech è la loro attività preferita, hanno un talento spontaneo o, chissà, sono gli effetti della messa tridentina (povero Pio V, non credo che fosse nelle sue intenzioni).

I VO si scatenano nella bacheca Facebook di Andrea Grillo, per difendere Carlo e, soprattutto, i suoi miracoli eucaristici. Mi verrebbe voglia di chiedere alla signora Antonia Salzano se le fa piacere che suo figlio sia diventato l'idolo di gente che scrive cose del genere:

Buongiorno professore, io grazie al beato Carlo Acutis ho "scoperto" il Vetus Ordo e mi si è aperto un mondo diverso da quello in cui avevo sguazzato fino a quel momento. Vorrei recuperare tutto il tempo sprecato a coltivare un'inutile stile di vita. Che Dio abbia pietà di me.

Troppo studio....e comunque quando il S. Padre si pronuncia muto e obbediente...altrimenti si fonda la sua setta e fa come gli pare. (Sta rivolgendosi a Grillo n.d.A.)

I laici senza la guida delle autorità sopra noi costituita porta alle eresie. Il garante è il Vescovo non questo sconosciuto. (Lo sconosciuto sarebbe sempre Grillo)

Mi sembra di percepire molta rabbia e molta frustrazione per l'ormai chiaro fallimento definitivo del modernismo. Il Cuore Immacolato di Maria trionferà, che a qualcuno piaccia o no.

Ad un certo punto qualcuno scrive: 

Ho conosciuto personalmente padre Coggi o.p. (lui sarebbe uno dei cattivi maestri di Acutis) dico solo che oltre che essere dotto (era professore allo Studio domenicano a Bologna) era un santo. Grillo stia zitto!

Chi è questo padre Coggi? Finalmente abbiamo un nome e un cognome. Faccio una piccola ricerca:


Che segno rappresentano per la vita della Chiesa i miracoli eucaristici?

«Hanno lo scopo di rafforzare la nostra fede nella presenza reale del Corpo e del Sangue del Signore nell’eucaristia. Perché questa è fondamentale per la vita della Chiesa, infatti, essa vive dell’eucaristia. La Chiesa, come sappiamo, è il Corpo di Cristo, il corpo mistico di Cristo, e S. Paolo collega strettamente il Corpo mistico della Chiesa al “corpo” dell’eucaristia. Noi tutti formiamo un solo corpo, perché ci nutriamo di un unico pane (Cfr. 1Cor 10,17). La Chiesa quindi si forma proprio attraverso l’eucaristia: dal corpo sacramentale si viene a formare il corpo mistico. Ma c’è un altro motivo che mi pare interessante per capire cosa rappresentano questi segni per la vita della Chiesa».

Insomma, ribadisco che non voglio addentrarmi, ma da stupida bambola Tanya me la ricordavo diversa. Noi tutti formiamo un sol corpo perché crediamo in Gesù, perché viviamo la sua parola, perché ci amiamo a vicenda... No: perché assumiamo l'Eucarestia e quindi, per forza, siamo tutti "cristificati". E tanti saluti ai focolarini che fanno vivere "Gesù in mezzo" con il loro amore speciale. 
Solo che l'Eucarestia non è facilmente a disposizione, come una Bibbia:

«Si tratta del fatto che chi crede nell’eucaristia, crede in tutte le verità della fede. Riflettiamo. Se uno crede nell’eucaristia, crede nel sacerdozio, perché è il sacerdote che consacra il pane e il vino. Quindi crede nella Chiesa; quindi crede nel fondatore della Chiesa che è Gesù Cristo...

Aah, eccola qui la maleducazione! Padre Coggi prosegue elencando tutti i punti della fede, ma per primo mette proprio il sacerdozio. Carlo e il suo sito di miracoli, con "l'ostia fritta" e le varie trasformazioni in carne e sangue, servono a riportare in auge una religiosità in cui i sacerdoti vengono per primi e controllano i fedeli in una posizione di superiorità. Non si può essere uno, non si può fare l'esperienza della Chiesa se non si riceve la comunione dalle loro mani (e senza prenderla in mano, come vi raccomandano i VO). E Grillo ribadisce che non è vero, il lungo lavoro della teologia ha evidenziato che nell'esperienza cattolica c'è molto di più, non si può ridurre l'Eucarestia ad un rito magico. 
Come può interessare i quindicenni, come poteva interessare Carlo stesso, un discorso del genere? Ma figuriamoci: i quindicenni capiscono che l'Eucarestia è una pillola magica, una pasticca meglio dell'ecstasy; uno la prende e diventa un super cristiano, vola fino in Cielo. E infatti "l'Eucarestia è la mia autostrada per il Paradiso": si arriva prima? Mangiamola e siamo a posto!

In realtà la signora Antonia non sembra affatto orientata a proporre suo figlio per discorsi del genere. Nelle varie interviste diffonde un'immagine di Carlo, evidentemente concordata con i postulatori della causa di beatificazione, che punta su ben altri argomenti. Carlo era un ragazzo generoso e caritatevole, questo viene prima di tutto. La signora scende anche nello specifico: non è da lei che il figlio ha ereditato l'interesse religioso, cita le Suore di Madre Teresa di Calcutta a Baggio e i Gesuiti, per attività di volontariato a cui lui si dedicava

Rompeva gli schemi della maggior parte dei milanesi che purtroppo sono presi dagli affari e dagli impegni. Milano è una città che spesso sembra dimenticare i rapporti umani, no? 

Non solamente Milano, direi; con buona pace dei VO, i quali sono presi da affari, impegni, dall'ostia fritta e dall'odio per il Vaticano II, e quindi si sono dimenticati del tutto i rapporti umani. 

Spunta fuori l'Opus Dei...

Sarà stato lui? LOL

Direi che Padre Coggi è stato scagionato; anche perché i cattivi maestri durano poco e poi non resistono: si fanno avanti da soli, come il serial killer che manda la lettera per sfidare la polizia. A polemica quasi conclusa, l'algoritmo di Google mi fa trovare un articolo proveniente dal sito dell'Opus Dei: 


Un sacerdote della parrocchia di Santa Maria Segreta di Milano, passando per le benedizioni natalizie, entrò nel centro dell’Opus Dei che frequentavo. Ascoltò con piacere delle attività di formazione cristiana che si organizzavano e domandò aiuto per il catechismo.

Un prete passa per caso a benedire e scopre l'Opus Dei: in questo blog nessuno ci crede. La parrocchia, Santa Maria Segreta, è catechizzata dall'Opus Dei? Oppure sono quelli dell'Opus Dei che se la vogliono intestare? Opterei per una via di mezzo; Paola (immagino nome di fantasia) la presenta come una sua personale iniziativa, fatta nei ritagli di tempo, ma di fatto il parroco l'ha scelta proprio per la realtà di cui fa parte e le sue "attività di formazione cristiana". 

Dite all'Opus Dei che sono un movimento e vi manderanno per davvero il sicario de "Il Codice da Vinci". Essi sono una prelatura personale, cioè una sorta di diocesi a parte, formata da tutti i membri del movimento sparsi per il mondo... Anzi, a dire il vero non lo sarebbero più, per iniziativa di papa Francesco che li ha declassati (sic), ma loro continuano a definirsi così nel  proprio sito ufficiale e contano che papa Leone XIV sistemi la faccenda. Nel precedente pontificato erano una prelatura incompresa, diciamo così, ma sono sicuri di tornare a riscuotere l'apprezzamento che meritano; sono gli unici al mondo a meritare un simile statuto, dato che il loro carisma è straordinario.
Avrete già capito che Carlo Acutis si è trovato i migliori tra i cattivi maestri; non serve nemmeno dire che piovono dossier sugli abusi sprituali, ma non penso che questo lo riguardi. Cattivi maestri perché nessuno è più maleducato di loro nell'esoterismo e nell'autoreferenzialità assoluta; quando uscirono il libro e il film "Il codice Da Vinci", dovettero prodigarsi a diffondere note per chiarire che l'Opus Dei è una lodevole associazione, e non una congrega di pazzi fanatici che portano il cilicio... Si domandassero perché Dan Brown ha scelto proprio loro e non, ad esempio, i focolarini (oddioo, sarebbe stato meraviglioso): l'esoterismo alla lunga presenta il conto, la gente li conosceva talmente poco, misteriosi ed avvolti in un'aura di santità, che poteva benissimo credere che fossero così per davvero. 

Avevo intravisto Carlo nel gruppo adolescenti di quella parrocchia. Non si faceva notare: era un ragazzo normale. Mi dissero di far giocare i bambini nel primo incontro dell’anno perché si conoscessero meglio tra loro e che mi avrebbero aiutata i ragazzi del post-cresima. Si presentò soltanto Carlo. Non era sportivo ma sorrideva. Era un ragazzo non esattamente sportivo: era abbastanza scoordinato, indossava abiti stirati ... Devo ammettere di avere pensato: “Non mi serve un secchione qui, ma uno che ami correre, sudare...” Eppure, conscio delle sue scarse abilità, sorrideva molto, correva nel campetto di calcio più per incitare i bambini che per far goal. 

E siamo proprio cattivi come in quelle commedie americane ambientate al liceo, tipo "Mean Girls": l'Opus Dei, come i Focolari, è sempre a caccia di ragazzi vincenti, dei quarterback e delle cheerleader; ma l'unico che non tira bidone è Carlo, il quale appartiene alla categoria degli sfigati, gli smanettoni del computer, che vengono relegati in un posto a parte nella sala mensa. Lui sorride e ce la mette tutta per intrattenere i bambini: abbiamo finalmente una testimonianza che Carlo aveva un cuore d'oro, e che questa era la sua reale santità; ma Paola rimane convinta che quello che conta non sia l'amore, ma la prestazione brillante, la perfezione. 

A chi demonizza internet suggerisco di consultare il sito www.carloacutis.com, costruito da lui stesso...

Il problema è che lo abbiamo proprio consultato, e provato una profonda delusione: un ragazzo come Carlo si dona completamente ma è fragile, facilmente impressionabile anche dall'"inessenziale". La dissonanza cognitiva è tale che Paola non se ne rende conto, e d'altra parte Opus Dei è congelata, come al solito, nel narcisismo del suo leader, un uomo formatosi nella Spagna degli anni Trenta, con una religiosità estremamente conservatrice.  

A volte ci comportiamo come se la Comunione fosse un simbolo, come i protestanti. Carlo aveva ben presente che è il modo in cui Dio ha deciso di stare vicino a ogni uomo.

Si capisce benissimo cosa intendono i protestanti, mentre non è ben chiaro, tra perifrasi complicate, che cosa dovrebbe essere per davvero l'Eucarestia. Dio è dappertutto, è "L'amor che muove il sole e l'altre stelle", ma solamente facendo la Comunione è possibile stargli vicino. Un'unione che esclude protestanti, membri delle altre religioni, non credenti, cattolici che non vanno a messa regolarmente, cattolici che non sono in stato di grazia per ricevere la Comunione, cattolici che hanno qualche dubbio di fede... Insomma, chi rimane? E come si sente, rispetto agli altri? Avete capito come funzionano le dinamiche settarie? 

Meglio che la Diocesi si ripigli tutto quello che è suo


Nella Diocesi di Milano fanno le cose in grande: hanno una Fondazione Oratori Milanesi estremamente organizzata e presente sui social, che prende saldamente in mano la beatificazione di Carlo Acutis. Dell'Opus Dei nessuna traccia: loro lavorano per conto proprio, a santificare il mondo. 
La Fondazione Oratori ha predisposto un accurato programma per gli animatori della Pastorale Giovanile:

I ragazzi della Diocesi di Milano, soprattutto i preadolescenti e gli adolescenti, sono invitati a vivere il Giubileo 2025 nel segno di Carlo Acutis, come figura esemplare di una vita credente, vissuta da un loro coetaneo. La sua originalità spinge ciascuno a non vivere da "fotocopia" ma a camminare nella santità con la propria unicità. Proponiamo diverse iniziative offrendo materiali di gioco e animazione. Invitiamo gli oratori e le comunità a far parte della "staffetta di preghiera" con la reliquia del beato Carlo. Abbiamo realizzato due canti dedicati alla preghiera dei ragazzi e all'animazione liturgica. Abbiamo pubblicato un libretto di riflessione e preghiera per gli educatori dal titolo "Non io ma Dio". Mettiamo a disposizione un copione teatrale dal titolo "Connessi all'Infinito" scaricabile direttamente dal sito www.libreriailcortile.it. Altre novità sono previste in vista della canonizzazione di Carlo Acutis del 7 settembre 2025. (https://www.chiesadimilano.it/pgfom/oratorio-e-ragazzi/santi-con-carlo-2024-2025-2-481335.html)

Tutto secondo la miglior tradizione della pedagogia cattolica: teatro, musica, riflessioni; in modo un po' militaresco, ma per lo meno trasparente. Certo che, anche qui, riaffiora la tentazione di usare i ragazzi, passando dalla scoperta della fede alla propaganda:

Il messaggio è quindi rivolto in modo particolare agli adolescenti: forse lo ascolteranno e saranno chiamati fuori di casa, fuori dalle loro tristezze, dai loro complessi, dalla loro rabbia, dalla loro inconcludenza. Forse ascolteranno la voce che viene dal cielo per loro e troveranno la gioia di vivere, il coraggio di amare, la fortezza nel soffrire.
Troveranno forse la via della santità giovane, seguendo la pista percorsa da san Carlo Acutis». (Carlo Delpini, arcivescovo di Milano)

La loro inconcludenza? In poche battute Mons. Delpini è riuscito ad insultare gli adolescenti in tutti i modi, dicendo che sono tristi, rabbiosi, complessati, senza gioia di vivere, rammolliti; però si auspica che, dopo essere stati giudicati così,  arrivino a frotte nella sua chiesa. E Carlo, con la sua anima pura, cos'è? Il tontolone utile, quello che sorride sempre, che non ha mai un momento di ribellione?

Per l'ennesima volta abbiamo la conferma di trovarci di fronte ad un fenomeno di adulti fuori tempo massimo, convinti di rivolgersi a dei giovani che non conoscono e che temono, come animali non addomesticati, creature sfuggenti. L'alterità delle nuove generazioni fa paura, digitale compreso; ma forse ogni figlio fa paura ai propri padri, quando temono di incrociare il suo sguardo penetrante, a scandagliare la loro fede rigida e insicura. 
Carlo, apparentemente, a quindici anni continuava a restituire lo sguardo luminoso e sorridente di un bambino. Per questo lo ameranno sempre, gli adulti spaventati, e continueranno ad auspicare che tutti i giovani siano come lui.

Vi son de' momenti in cui l'animo, particolarmente de' giovani, è disposto in maniera che ogni poco d'istanza basta a ottenerne ogni cosa che abbia un'apparenza di bene e di sacrifizio: come un fiore appena sbocciato, s'abbandona mollemente sul suo fragile stelo, pronto a concedere le sue fragranze alla prim'aria che gli aliti punto d'intorno. Questi momenti, che si dovrebbero dagli altri ammirare con timido rispetto, son quelli appunto che l'astuzia interessata spia attentamente, e coglie di volo, per legare una volontà che non si guarda. (Alessandro Manzoni, Promessi sposi) 

POST-CREDIT
Ogni volta che sento i VO celebrare i miracoli dell'Ostia fritta e delle varie Offida e Lanciano, non posso fare a meno di pensare a questo tizio, che ha girato l'America con un documentario in cui sostiene che Gesù era vegetariano:


Vagli a spiegare che Gesù era carnivoro, e pure favorevole al cannibalismo. Il cannibalismo consenziente, sia chiaro, tant'è vero che ha offerto se stesso!

... A parte l'ironia, la sensibilità dei giovani d'oggi è orientata in queste direzioni. Un'ostia che si trasforma in un pezzo di carne non suscita in loro buone impressioni; è come una preda sanguinante buttata sul tavolo dopo una battuta di caccia. Non viene in rilievo, ai loro occhi, il dono, ma la violenza che si cela dietro il sacrificio. Forse sarebbe meglio cercare davvero un linguaggio nuovo.




 

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