Educazione focolarina: introduzione del Prof. Gasperi

Il prof. Gasperi ci ha rilasciato qualche sua vecchia foto

Salve a tutti, sono Girolamo Gasperi, docente di Filosofia dell'Istituto Rosmini di Trento, e potete avere ulteriori notizie di me in questi post:
So per certo che la mia alunna Silvia Lubich, meglio nota come "Chiara Lubich", continua a scrivere di me e a raccontare alcuni episodi relativi al mio ultimo anno di insegnamento al "Rosmini". Dato che questi episodi sono, di fatto, non veritieri, ho deciso di prendere posizione per tutelare la mia immagine e, soprattutto, la mia professionalità di docente. Ho preso informazioni anche su Silvia, di cui avevo perso le tracce con lo scoppio della guerra: ai tempi del Rosmini era la pupilla dell'Azione Cattolica, la numero uno delle "propagandiste", quindi mi sarei aspettato di trovarla ben inserita nella dirigenza dell'Associazione, magari con un approdo in politica o negli ambienti culturali catto-progressisti del Trentino. E invece ho scoperto che ha deciso di fondare una specie di movimento carismatico, forse addirittura una setta. 

A pensarci bene, la cosa non mi stupisce, perché Silvia è sempre stata un personaggio particolare. C'era qualcosa nel suo modo di fare che mi inquietava leggermente: rispettosa, ubbidiente, educatissima, ma ogni tanto capace di fartela sotto il naso con una sfacciataggine che ti coglieva alla sprovvista. Era molto sicura di sé, all'apparenza, ma, sotto sotto, covava qualcosa di inquieto, una sua forma di misteriosa tristezza. Con le compagne tendeva a dominare, sempre in modalità gentili e apparente umili, ma questo è tipico delle propagandiste e, in generale, di tutte le brave signorine cattoliche del nostro tempo. 

Silvia è convinta che io la odiassi, quando mi contestava alzando la mano e dicendo: "Non è vero, professore!" In realtà non immagina, per questo suo carattere un po' presuntuoso, che ho avuto decine di alunne come lei, e che nulla mi diverte più di mandare in crisi le classi femminili, spingendo le fanciulle a smuovere la loro materia grigia. Non immaginano che grande favore io faccia loro, dal momento che la femmina, secondo le direttive della nostra dirigenza fascista, è fatta per sposarsi e diventare un'incubatrice di futuri cittadini, e per questo è etichettata come un essere primordiale, tutto sentimenti ed emozioni, privo di qualsiasi capacità speculativa. Io invece voglio stimolare l'intelligenza delle ragazze, che spesso sono lì sedute sui banchi solo per fare le carine. Le ragazze del Rosimini sono propagandiste oppure, per lo più, destinate a fare dei buoni matrimoni altoborghesi; Silvia non capisce nemmeno che, quando mi contestava, continuavano a ripeterle di stare attenta a non perdere la borsa di studio perché, sotto sotto, si auguravano che succedesse proprio così, dato che era povera e pure insopportabile. Ma lei era convinta di salvarle dalla perdizione, interrompendomi continuamente con modi molto ingenui. 
Devo dire che chi si aspetta che Silvia sia geniale, nelle sue argomentazioni di propagandista, rimarrà molto deluso: è nella media, anzi, piuttosto mediocre. Quando la metti in crisi, demolendo le sue argomentazioni, è possibile notare una luce particolare che si accende nei suoi occhi, e che contrasta con i suoi modi sempre gentili: rabbia profonda, quasi un lampo di odio, che subito cerca di reprimere. Non te la farà passare liscia anche se, sul momento, tende a battere in ritirata e a porre fine alla conversazione. 

Perché vi parlo di Silvia? Solamente perché sono offeso dalle sue diffamazioni? No: ho cercato di prendere informazione su questi "focolarini" da lei fondati e quello che ho sentito mi è parso piuttosto inquietante. Sono un educatore, un individuo che per lavoro forma le menti, ed anche Silvia è divenuta come me un'insegnante. Sapere che ha diffuso certi insegnamenti mi va stretto, e vorrei contribuire a mettere in allarme coloro che hanno la responsabilità di controllarla e, soprattutto, tutti quelli che vogliono avvicinarsi al suo movimento e farne parte. 

Prenderò dunque in esame l'"Educazione Focolarina", partendo dal materiale che mi ha fornito la gentilissima Tanya, proprietaria di questo blog, e con il contributo di altre persone che hanno fatto parte del Movimento. Vi avviso da subito: caricheremo nel blog dei materiali piuttosto lunghi e complessi, che dovrete leggere, se vorrete seguirmi. A volte farò dei discorsi impegnativi: d'altra parte, se vogliamo combattere le manipolazioni che ci circondano da ogni parte, nel triste mondo contemporaneo, dobbiamo cercare di salire di livello culturale. 

INCOMINCIAMO SUBITO...
... PERCHE' I FOCOLARINI NON RISPONDONO MAI ALLE CRITICHE?

Spiace informarvi che Silvia ha dato loro, in questo senso, una precisa direttiva. E veniamo al primo materiale da leggere: questo lungo discorso di Chiara del 1977, ad un "Congresso" di "Gen 3". Le gen 3, ricordiamolo, hanno dai 12 ai 18 anni circa, quindi sono pienamente nell'età delle mie alunne. Riprenderemo questo testo in vari capitoli, soffermandoci di volta in volta in una parte diversa. Oggi, ad esempio, prendiamo in esame l'inizio.

Ah, un'ultima cosa: come lo abbiamo trovato, dal momento che si tratta, presumibilmente, di un testo di quelli "esoterici", riservati solo ai membri interni del Movimento? Semplicissimo: grazie ai traduttori. Silvia ha preteso di avere una corte di servitori, pronti a registrare, tradurre e divulgare ogni sua parola, ma, si sa, "traduttore è traditore". Giustamente tanti di loro, stanchi di subire le angherie focolarine, si sono allontanati dal Movimento ma hanno saggiamente conservato il materiale su cui si erano tanto spaccati la testa, nelle cabine di traduzione. Silvia parla velocissimo, e quello che dice non è per nulla semplice, nemmeno a sentirlo in italiano. 

Ecco il testo. Vi consiglio di fermarvi alle pagine 1-3, anche perché il seguito ha un contenuto piuttosto sconvolgente, vi avverto già. Oggi ci concentreremo su quelle. 

Chiara ai Gen 3

Avete capito? Non c'è nulla di improvvisato. 

"Siamo noi che sbagliamo, non il messaggio di Cristo! E' noi che non viviamo quello che Gesù ha detto." Quello che dovete fare esattamente voi, andare, amare, se non sapete dire niente dite: "Non è vero!" se vi schiaffeggiano dite: "Non è vero!" Qualsiasi cosa vi dicano, dite: "Non è vero".
E gli altri vi diranno... Allora voi dite... - il professore: "Ma io vorrei discutere..." - "Se crede, professore le porto una persona un po' più competente di me, io sento che non è vero, la mia fede dice che non è vero." Magari dite in focolare, se c'è qualche focolarino professore o qualche... se lui accetta. Ma non lasciarvi assolutamente metter su la testa, e non lasciare trascinare dietro come pecorone tutte le altre compagne, che vanno dietro al professore o agli altri compagni, questo no.

Riassumiamo la tecnica:
- L'ateo, la persona che non la pensa come loro, è in realtà un nemico e una persona inferiore, ma i focolarini fingeranno di essere ecumenici e di volerlo includere;
- Gli "altri", le persone non schierate, sono persone di cui andare a caccia, pertanto si deve impedire all'ateo di conquistare terreno;
- Silvia manipola abilmente le gen 3 dicendo loro che si tratta di un problema di "termini", di "paroloni"... No! Si tratta di un problema di IDEE, di contenuti. Il professore usa dei ragionamenti che mettono Silvia all'angolo, ma lei finge che il problema siano le parole troppo difficili che ha usato;
- Silvia tradisce la propria arroganza per un istante, quando dice "Però a me non interessava che lui dicesse parolone grandi", e ricordiamoci che si trovava a scuola per imparare. Perché non si impossessa anche lei, piuttosto, di quelle "parolone" e non le usa contro il professore? Perché ai leader settari non piace mai studiare, fare fatica, vogliono sempre seguire la strada più corta per arrivare al successo;
- Silvia tradisce anche la sua vanagloria, quando racconta un episodio in cui il Marcellino, carino, magrolino, focolarino (Marcelo Bautista, se non erro, è un cantante ed artista di tutto rispetto, ma Silvia lo deve sminuire come un suo... giocattolino), ha successo con i professori perché ha citato a memoria lei. Marcellino sa a memoria Chiara Lubich, per quanto la legge e la venera;
- In una discussione, i focolarini non riconoscono all'altro nessuna ragione, mai; si sentono addirittura "schiaffeggiati", come se fossero sottoposti ad un interrogatorio, sotto tortura, e dovessero resistere senza confessare. Speriamo che il "professore" non abbia detto un'ovvietà, tipo che l'erba è verde, oppure i nostri faranno davvero una pessima figura, e i "compagni" non saranno convertiti. Ma al loro non interessa: l'importante è che sia Silvia, a fare bella figura, che rimangano fedeli all'ideologia del Movimento; 
- E veniamo al passaggio più importante: l'adepto si rifiuta di discutere, e va a rifugiarsi presso un esperto. l'ESPERTO è una persona del Movimento, si noti, non un cattolico seppur autorevole ma esterno; l'esperto sa argomentare, i comuni mortali focolarini no, quindi, di fatto, è come se costoro appaltassero la loro intelligenza e il loro bisogno di sapere a qualcun altro, fidandosi solo di lui perché "è in regola", "è ispirato", "ha la verità". Si fidano alla cieca, per quello che l'esperto "è", non per quello che dice e fa. 

Immaginate quale potere può assumere un focolarino quando riesce ad assurgere al ruolo di "esperto". I suoi libri saranno pubblicati da Città Nuova e propagati dallo stuolo di abbonatori, girerà il mondo a fare conferenze, interverrà ai congressi, magari al fianco di Chiara, se è un consacrato o un sacerdote farà carriera nella Chiesa. Gli altri membri dell'Opera lo guarderanno come un nume, ma la cosa più grave è che, se l'Opera è un sol corpo, quelle poche persone saranno la testa... E tutti gli altri? Le braccia e le gambe, senza testa?

E, nel frattempo, immaginate che propensione hanno i focolarini a replicare a voi che protestate, e chiedete spiegazioni dei loro comportamenti. In teoria la tecnica di Silvia dovrebbe servire alle discussioni sulla fede e sui massimi sistemi, ma quanto ci vuole perché il comportamento non degeneri in un atteggiamento generale, per difendersi anche dalle accuse, per fuggire dalle responsabilità di fatti concreti? 

"Non abbiamo saputo rispondere perché non avevamo i termini specifici": eh certo, e non, magari, perché quella volta avevate proprio torto. Oppure avevate ragione, ma discutere è un'arte, richiede allenamento, bisogna cimentarsi, ascoltare l'avversario, studiare. Perché Silvia ha sempre fretta, non vuole mai fermarsi a discutere? Per caso perché teme di essere smascherata? E allora meglio basare il carisma su "quello che sento dentro", e di nuovo essere animali istintivi, irrazionali, fatti di sensazioni. 

Una religione sensazionale, è questo il grande difetto dei movimenti carismatici, a mio avviso. 

Continueremo e, nella prossima puntata, parleremo un po' di Educazione sentimentale focolarina: Eros e Agape. 

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